2 settembre 2025, Venezia – Cinque voci della cucina italiana si incontrano, libere da ricette già scritte, per raccontarsi senza filtri introdotte dalla voce narrante di Isabella Ragonese. Sono storie di scelte coraggiose, di viaggi tra latitudini lontane e memorie intime, di ingredienti che diventano linguaggi, di creatività che sfida il tempo. La quinta stagione è un racconto che abita il confine tra ciò che è stato e ciò che sarà.
Il docufilm nato da un’idea di Paola Valeria Jovinelli, diretto da Giuseppe Carrieri e prodotto da Fondazione Arte del Convivio con IULMovie LAB sarà presentato in anteprima il 2 settembre alla 22esima edizione delleGiornate degli Autori, nell’ambito dell’82ª Mostra del Cinema di Venezia.
Alla base del film c’è l’idea che ogni persona custodisca un tempo proprio, che non coincide con la scansione degli orari né con la logica della prestazione. È un tempo difficile da osservare, ma evidente nei gesti ripetuti, nei percorsi familiari, negli spazi vissuti senza testimoni. In cucina, questo tempo coincide con ciò che ancora non è accaduto. La quinta stagione è quella che viene prima del piatto, prima della tecnica, prima del servizio. È il momento in cui si prende una direzione, si costruisce una visione, si decide chi si vuole essere.
Le protagoniste sono cinque cuoche che, da contesti e generazioni differenti, hanno inciso profondamente sul panorama gastronomico italiano. Caterina Ceraudo, una stella Michelin al ristorante Dattilo di Strongoli, lavora nella tenuta agricola di famiglia, in una relazione costante con il paesaggio calabrese. Martina Caruso, una stella Michelin al Signum di Salina, ha costruito la propria identità sull’isola in cui è nata, trasformando un luogo remoto in un punto di riferimento. Valeria Piccini, due stelle Michelin Da Caino a Montemerano, incarna la Toscana più autentica, quella fatta di radici contadine, sapori netti e gesti tramandati con pudore. Antonia Klugmann, una stella Michelin a L’Argine a Vencò, ha scelto di lavorare al confine, in uno spazio dove la natura e la riflessione si influenzano a vicenda. Cristina Bowerman, una stella Michelin a Glass Hostaria di Roma, ha costruito il proprio percorso nel cuore di Trastevere, con uno sguardo aperto e multiculturale.
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