Festival della Mente dal 29 al 31 agosto 2025 la nuova edizione
Festival della Mente | XXII edizione
Invisibile
Sarzana, 29-31 agosto 2025
È dedicata al concetto di invisibile la ventiduesima edizione del Festival della
Mente che si tiene a Sarzana, città candidata a Capitale italiana della Cultura
2028. In programma 34 eventi, a cui si aggiungono 11 appuntamenti per
bambini e ragazzi, con oltre 50 protagonisti.
Si è tenuta questa mattina la conferenza stampa di presentazione della XXII edizione
del Festival della Mente, che si svolgerà a Sarzana da venerdì 29 a domenica 31
agosto, e che quest’anno affronta, con la sua consueta impostazione
multidisciplinare, il tema dell’invisibile. Il primo festival europeo dedicato alla
creatività e alla nascita delle idee è promosso dalla Fondazione Carispezia e dal
Comune di Sarzana, città candidata a Capitale italiana della Cultura 2028, ed è
diretto da Benedetta Marietti. In apertura la lectio magistralis di Paolo Magri,
presidente del Comitato Scientifico dell’ISPI, dedicata alle mutazioni
geopolitiche in corso. Questa edizione del festival si interroga su quanto
conosciamo di ciò che esiste ma non appare agli occhi e invita a riflettere su un
pregiudizio: quello secondo cui, semplicemente, ciò che non vediamo non esiste.
Afferma Benedetta Marietti: «Superare il confine di ciò che non vediamo è di per sé
un gesto sovversivo e un atto di responsabilità, di ascolto, di empatia e di apertura
verso l’altro per infrangere il velo dell’abitudine e dell’indifferenza. Chi si avvicina
all’invisibile, infatti, non può più ignorarlo». Con oltre 50 relatrici e relatori nel corso
dei tre giorni del festival si approfondiranno le infinite abilità della natura, il
laboratorio per eccellenza dell'invisibile, si parlerà del vuoto che non è il nulla ma
uno stato brulicante di energia, e di come sono cambiati i fondali oceanici e con
loro il nostro pianeta. Invisibili sono anche i processi della nostra mente: si scoprirà
come reagisce agli algoritmi, come prende decisioni, come si plasma attraverso
l’esperienza. Si parlerà delle guerre di nuova generazione, non combattute sul
campo, ma che minano le reti e i flussi di dati. Letteratura, poesia, arte, musica
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saranno protagoniste di numerosi appuntamenti e si riveleranno, ancora una volta,
gli strumenti che più di altri ci permettono di superare i confini del visibile. Un
incontro sarà dedicato ad alcuni testi della Bibbia, nella quale l’invisibile non è
l’opposto del visibile, ma il suo lato nascosto. Si parlerà anche di persone che la
distorsione delle fonti vuole invisibili, come le donne nel Medioevo, in realtà molto
attive nella società. E di persone le cui storie sono invisibili come i minori vittime di
guerra e i migranti, che continuano a essere non visti nelle comunità di arrivo. Si
approfondirà, attraverso una pratica meditativa di gruppo, la forza evocativa dei
miti e il loro influsso determinante sulla psiche umana. Si racconteranno personaggi
e vite invisibili attraverso il cinema e il teatro. Si parlerà anche dei maestri di ogni
epoca e dell’invisibile processo di trasmissione del sapere. In questa edizione,
inoltre, molti saranno i dialoghi tra voci diverse e complementari per formazione e
approccio, che si confronteranno sul tema.
La stessa modalità multidisciplinare di ricerca viene estesa anche al palinsesto
dedicato ai più piccoli e ai giovani, con una serie di laboratori e spettacoli dedicati
all’invisibile a cura di Francesca Gianfranchi. Anche quest'anno, la città si animerà
con il ricco ciclo di appuntamenti dell’extraFestival.
La manifestazione conta sull’impegno e l’entusiasmo di 250 volontari, studentesse
e studenti delle università di tutta Italia e delle scuole superiori del territorio.
La Spezia, 8 luglio 2025 – La XXII edizione del Festival della Mente, il primo festival
europeo dedicato alla creatività e alla nascita delle idee, si terrà a Sarzana da venerdì
29 a domenica 31 agosto. Il festival è promosso dalla Fondazione Carispezia e dal
Comune di Sarzana, città candidata a Capitale italiana della Cultura 2028, ed è diretto
da Benedetta Marietti. Il tema di questa edizione è l'invisibile.
Oltre 50 relatrici e relatori animeranno 34 eventi (più 4 bis), 11 appuntamenti dedicati
a bambine e bambini, ragazze e ragazzi (21 con le repliche), due workshop
praticaMente, curati da Francesca Gianfranchi, e il palinsesto di extraFestival.
Afferma il Sindaco di Sarzana Cristina Ponzanelli: «Da sempre, ciò che sfugge allo
sguardo ci parla in modo profondo. L’invisibile abita le domande più antiche
dell’umanità e continua a sfidare il nostro bisogno di capire, immaginare, sentire. È un
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richiamo costante, una tensione verso qualcosa che non possiamo afferrare, ma che
intuiamo essere parte essenziale di noi. L'invisibile è ovunque. È dentro di noi: nei
pensieri che ci attraversano, nelle emozioni che ci scuotono, nell’inconscio che ci guida
silenziosamente. Ed è fuori da noi: in tutto ciò che ci circonda e sfugge ai sensi,
dall’universo profondo, all’energia che tiene insieme ogni cosa. È nella parola poetica,
nella riflessione filosofica, nella scoperta scientifica. È nella fede, nella memoria, nei
legami invisibili che ci uniscono. Esplorare l’invisibile significa interrogarsi sul senso
dell’esistenza, sul mistero della coscienza, sull’intangibile che dà forma al mondo
visibile. In un tempo che vive di apparenze e velocità Sarzana, che nei giorni scorsi ha
formalizzato la sua candidatura a Capitale italiana della Cultura 2028, vi invita a
rallentare, ad attraversare insieme una soglia, per cercare – come scriveva Eugenio
Montale – la “maglia rotta nella rete che ci stringe”, lo spiraglio da cui intravedere
altro e cominciare, forse, a comprendere davvero chi siamo. Buon Festival!».
Dichiara il Presidente della Fondazione Carispezia Andrea Corradino: «Il Festival della
Mente, capace di attrarre un pubblico multigenerazionale e appassionato, si conferma
ogni anno come uno dei principali appuntamenti culturali in Italia. Tra i più longevi nel
panorama nazionale, continua a offrire spazi di approfondimento di grande valore,
stimolando una cultura dinamica basata sul confronto e la condivisione. I festival
culturali rappresentano oggi un pilastro fondamentale per il nostro Paese: creano
occasioni di incontro, favoriscono il pensiero critico e arricchiscono il dibattito
pubblico, contribuendo a rafforzare il senso di comunità e appartenenza. In questa
edizione, il tema dell’invisibile diventa una sfida a portare alla luce ciò che spesso resta
nascosto: valori, domande e idee che costituiscono la base della nostra identità e delle
nostre comunità. Con la sua capacità di intrecciare conoscenze, temi e sensibilità
diverse, il Festival della Mente rappresenta così un’occasione unica per costruire
insieme un senso più profondo di appartenenza e partecipazione».
Afferma Benedetta Marietti, direttrice del Festival della Mente: «Scrive Joseph
Conrad in Cuore di tenebra: “Forse tutta la saggezza, tutta la verità, tutta la sincerità
si trovano concentrate in quell’imponderabile momento del tempo in cui varchiamo
la soglia dell’invisibile.” Nel pensiero di Marlow, protagonista insieme a Kurtz del
romanzo capolavoro del grande scrittore polacco naturalizzato britannico, l’invisibile
rappresenta il limite tra conosciuto e ignoto, conscio e inconscio, apparenza e verità,
razionalità e follia, bene e male. È un confine sottile e misterioso, che ci fa precipitare
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nell’abisso e proprio per questo ci salva, grazie alla conoscenza di quell’abisso: è solo
da lì che può scaturire la luce. E proprio il concetto di invisibile è il filo conduttore della
XXII edizione del Festival della Mente, il primo festival europeo dedicato alla creatività
e alla nascita delle idee. Varcare quella soglia e imparare a vedere, attraverso le parole
delle relatrici e dei relatori, significa anche andare oltre le apparenze, infrangere il velo
dell’abitudine e dell’indifferenza: da una parte esplorare con occhi nuovi la realtà che
ci circonda per coglierne il significato, dall’altra guardare dentro noi stessi, compiere
un viaggio interiore per arrivare all’essenza delle cose. Imparare a vedere diventa così
un gesto sovversivo e un atto di responsabilità, di ascolto, di empatia, di apertura
verso l’altro e verso il mistero. Chi si avvicina all’invisibile, infatti, non può più
ignorarlo. Il mio augurio è che lo svelamento dei tanti mondi invisibili – che nei tre
giorni del festival percorreremo grazie all’aiuto della scienza e della tecnologia, delle
arti e della letteratura – spinga tutti noi, e soprattutto le nuove generazioni, ad
acquisire uno sguardo più consapevole e più umano, e una capacità di visione che
rinnovi la fiducia in noi stessi e nel futuro».
IL PROGRAMMA
disponibile in dettaglio sul sito www.festivaldellamente.it
Lectio magistralis
La tradizionale lectio magistralis che apre il festival è affidata a Paolo Magri,
presidente del Comitato Scientifico dell’ISPI e docente di Relazioni Internazionali
presso l’Università Bocconi. Il titolo del suo intervento: La rivoluzione invisibile di
Trump. Magri individua nella frenesia delle esternazioni del Presidente americano –
dai dazi all’Iran, alla Russia – le crepe sottili ma crescenti che riguardano l’ordine
interno, costituzionale, dei delicati “checks and balances” del sistema americano, e
l’ordine internazionale costruito nell’ultimo secolo, dalle organizzazioni internazionali
(l’Onu in primis) alle regole della diplomazia, fino allo ius in bello.
Dentro l’invisibile: la mente umana, l’IA, le nuove guerre cyber
Ogni giorno, senza che ce ne accorgiamo, il nostro cervello cambia. Impariamo, ci
adattiamo, ricordiamo, dimentichiamo. Tutto questo è possibile grazie a una
caratteristica del nostro cervello, la plasticità, che costituisce uno dei punti di forza
invisibili della nostra specie. Michela Matteoli, direttrice del programma di
Neuroscienze dell’ospedale universitario milanese Humanitas, svelerà come la nostra
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mente, se allenata, riesca a sorprenderci a ogni età. Marco Malvaldi, chimico e
scrittore, torna a muoversi al confine tra i suoi territori d’elezione: la narrazione e la
matematica, strumenti complementari nel processo, quotidiano e complicatissimo, e
di fatto invisibile, della ricerca della verità. Questa edizione del festival dedica un
incontro al tema sempre più critico della difesa delle reti invisibili e due incontri
all’intelligenza artificiale, una delle realtà che sta cambiando in modo sempre più
pervasivo il nostro modo di lavorare, di pensare e di conseguenza di agire. Ma cos’è
davvero “intelligente”? E cosa rimane irriducibilmente umano? Se ne discuterà con
Alfio Quarteroni, professore emerito al Politecnico di Milano e al Politecnico di
Losanna (EPFL), partendo dalle origini dell’IA per arrivare alla sorprendente ascesa del
machine learning e dei modelli generativi, ripercorrendo così le tappe di una
rivoluzione che trasforma scienza, creatività e conoscenza. Mantenendo il focus sugli
algoritmi quale minaccia per il pensiero e il saper-pensare, Chiara Giaccardi, che
insegna Sociologia e antropologia della comunicazione presso l’Università Cattolica di
Milano, insiste, nella sua ricerca, sullo spirito – l’essenziale che è invisibile agli
algoritmi – come riserva di libertà e creatività: sarà questo il tema della sua lectio al
festival. Mariarosaria Taddeo, docente di Digital Ethics and Defence Technologies
presso l’Oxford Internet Institute dell’Università di Oxford, affronterà l’evoluzione
della guerra dopo la scissione che è avvenuta tra l’uso della forza e l’effetto di
coercizione: oggi le nuove guerre cyber operano infatti senza l’uso della forza. Nel
mirino ci sono flussi di dati e servizi online invisibili. I sistemi di difesa sono chiamati a
proteggere proprio l’invisibile su cui poggiano le nostre infrastrutture digitali. In
questo scenario, dove il campo di battaglia è invisibile, quale quadro etico può
orientarci?
La natura, invisibile, sa come fare
La natura è una forza invisibile, eppure onnipresente. Opera silenziosa da milioni di
anni, ideando soluzioni tecnologiche e sviluppando brevetti che solo oggi l’uomo inizia
a comprendere: la chimica delle piante, l’ingegneria degli animali, le capacità invisibili
celate nei geni e nei fossili. Grazie a Giorgio Volpi, laureato in Chimica presso
l’Università di Torino, dove svolge ricerche nell’ambito della luminescenza, scopriremo
le soluzioni geniali dell’invisibile in natura. Così anche la montagna si presta a
diventare, grazie a un lavoro paziente e invisibile, un nuovo modello di salvaguardia
dell’ambiente. A parlarne sarà lo scrittore Marco Albino Ferrari che, con
l’accompagnamento musicale di Francesco Zago, metterà in scena una performance
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dal titolo La montagna invisibile per raccontare la storia di Betta, custode di Solaiolo
in Val di Fiemme, l’ultimo vivaio forestale. Betta, con le sue mani, prepara migliaia di
piantine pronte a diventare alberi colonnari, abeti rossi e larici, che andranno a
ripopolare i versanti feriti dalla tempesta Vaia del 2018 e successivamente
dall’invasione del bostrico. Per secoli, da Democrito a Max Planck, filosofi e scienziati
hanno discusso dell’esistenza del vuoto e della sua natura. Oggi sappiamo che in
questo scrigno invisibile si nasconde il segreto più incredibile: l’origine del nostro
universo materiale. Guido Tonelli, fisico presso il Cern di Ginevra e professore
all’Università di Pisa, spiegherà perché il vuoto non è affatto il nulla, ma uno stato
brulicante di energia, attraversato da fluttuazioni incessanti. Misteriosa quanto il
vuoto è la profondità degli oceani nella quale la vita è nata tre miliardi di anni fa: una
zuppa primordiale costituita da organismi invisibili che si è evoluta fino a dare vita ai
cetacei più grandi. Roberto Danovaro, professore di Biologia marina presso
l’Università Politecnica delle Marche, dedicherà il suo intervento agli abissi marini,
quel luogo invisibile dove miliardi di organismi regolano il funzionamento del nostro
pianeta e ne determinano il futuro. Con Antonella Fioravanti, scienziata che studia
come disarmare i batteri patogeni con approcci innovativi, si parlerà della rete di vita
invisibile, intessuta dai microbi, di cui facciamo parte. In un'epoca segnata da crisi
sanitarie, climatiche, ecologiche ed energetiche, conoscere il microcosmo che ci abita
e ci circonda non è solo una questione scientifica, ma anche una responsabilità nei
confronti del pianeta e dell'umanità.
Come letteratura, arte e musica attingono all’invisibile
«Entro l’orizzonte dei sensi il mondo è estremamente limitato,» sostiene Edoardo
Albinati: da qui lo scrittore, che ha lavorato per trent’anni come insegnante nel
carcere di Rebibbia, indaga i modi in cui scrittori e artisti si spingono verso quei confini
invalicabili per indicare, o anche soltanto sognare, quel che potrebbe trovarsi di là da
essi. Perché ciò che non si vede – o non si dice, o si ignora – può esercitare un potente
influsso sulle nostre vite. Isabella Guanzini, professoressa ordinaria di Teologia
fondamentale presso l’Università Cattolica di Linz, ci guida alla scoperta di ciò che di
segreto e profondo si cela nei racconti biblici a partire dal testo. Come nella vita,
infatti, anche nella Bibbia le cose sono mescolate: presenza e assenza, luce e ombra,
visibile e invisibile, non si escludono reciprocamente, ma convivono. Con Vivienne
Roberts, una delle massime esperte di arte medianica, si affronterà il modo in cui
l’invisibile è stato reso visibile attraverso uno spettro di segni intuitivi. Attingendo a
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esempi dell’arte spirituale del XIX secolo e dei primi decenni del XX, nonché a opere
contemporanee, Roberts indagherà come i processi artistici possono fungere da
portali tra mondi materiali e immateriali, ed esaminerà in particolare l’associazione
tra donne e esperienza visionaria. Questo intervento è parte del percorso di ricerca
per la mostra Fata Morgana: memorie dall’invisibile, organizzata dalla Fondazione
Nicola Trussardi, che aprirà a Milano il prossimo 9 ottobre a Palazzo Morando. Con
Piero Maranghi, regista lirico ed editore di +Classica, si parlerà della musica come
dell’arte che più di ogni altra sfugge alla materia, e forse proprio per questo regala un
contatto privilegiato con l’intangibile, l’inafferrabile, l’invisibile. Maranghi guiderà il
pubblico del festival alla scoperta di questa dimensione dell’esperienza musicale
attraverso alcuni capolavori del repertorio lirico e sinfonico, in un incontro dal titolo
Impalpabile arte astratta: viaggio semiserio nella musica tra visibile e invisibile.
Dialoghi intorno all’invisibile
Questa edizione del festival prevede una serie di conversazioni a due voci attorno
all’invisibile, e non si poteva che iniziare dalla poesia che nel territorio dell’invisibile si
avventura di continuo. In dialogo con il narratore e saggista Alessandro Zaccuri, Silvia
Bre, una delle voci più intense della poesia italiana contemporanea e traduttrice di
Emily Dickinson, rifletterà sulla fascinazione della poesia per ciò che è nascosto.
Tornando poi a ciò che accade nel nostro cervello, e in particolare all’effetto che le
ideologie producono sulla nostra mente, durante il dialogo tra lo scrittore e psicologo
Massimo Cirri e Leor Zmigrod, scienziata pluripremiata e pioniera nel campo della
“neuroscienza politica”, si indagherà l’intreccio invisibile tra le nostre convinzioni e la
biologia del cervello, e si cercherà di capire perché alcuni cervelli possono essere più
sedotti di altri dalle ideologie. Si parlerà anche del disagio delle nuove generazioni, che
oggi non si esprime più attraverso insofferenza e contestazione pubblica, ma
attraverso abbandono scolastico e chiusura sociale, autolesionismo o violenza contro
gli altri. Donatella Di Pietrantonio, scrittrice e dentista pediatrica, affronterà questo
tema insieme allo psicologo e psicoterapeuta Matteo Lancini, coinvolgendo gli adulti,
per i quali da tempo si invoca una nuova alfabetizzazione emotiva, necessaria per
affrontare i bisogni dei più giovani. È risaputo che il tennis, prima di essere uno sport
di strategia e di forza fisica, è uno sport in cui la mente gioca un ruolo fondamentale.
Ancora una volta, là dove non è possibile vedere, accade qualcosa che può cambiare,
se non la vita, almeno l'esito di una partita! Di questo sport che simula conversazioni
a due e che ha nelle regole la possibilità di correggere il proprio errore – cosa che non
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sempre la vita riserva – parleranno due scrittori appassionati: Angelo Carotenuto e
Marco Malvaldi. E sarà un dialogo a chiudere, domenica 31 agosto, questa edizione –
quello tra Lorenzo Jovanotti e Paolo Pecere, professore associato di Storia della
filosofia presso l’Università di Roma Tre. La musica della natura è il titolo dell'incontro,
nel corso del quale si rifletterà sulle molte vie sensoriali – non solo quelle riconducibili
alla vista – per ritrovare il senso di un'appartenenza alla natura invisibile di cui
facciamo parte, come la musica, la filosofia, i viaggi e gli incontri con altri esseri viventi.
Gli invisibili: le persone e i loro corpi
Alessandro Barbero, storico e scrittore di casa al Festival della Mente, dedicherà il suo
intervento all’invisibilità a cui erano spesso condannate le donne nel Medioevo. Nella
società di quel periodo vigeva una rigida separazione fra maschi e femmine, e il ruolo
delle donne era relegato alla sfera privata, mentre agli uomini spettava quella
pubblica. Non mancavano tuttavia i casi di figure femminili che ricoprivano una
posizione molto significativa, a dispetto del loro sesso. Sono invisibili, benché
protagonisti di migliaia e migliaia di foto e reportage, i corpi dei minori che vivono
nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. Di queste vittime innocenti ci dirà Francesca
Mannocchi, giornalista e scrittrice, che si occupa di migrazioni e conflitti. Attraverso
le microstorie di queste bambine e bambini – come Ammar, 13 anni, Mayar Al-Arja, 2
anni – è possibile provare a conservare la memoria e a ricordarci cosa non deve mai
più accadere. Persone disposte a tutto pur di non essere invisibili: di questo
straniamento parleranno Didier Fassin, antropologo, e Anne-Claire Defossez,
sociologa. Per cinque anni, estate e inverno, Fassin e Defossez hanno raccolto sulla
frontiera delle Alpi le voci dei migranti, delle comunità dei territori, dei tanti volontari
che si attivano per aiutare gli esuli, della polizia di confine e di chi fa politica. Dalle loro
parole emerge un coro di voci che ci aiuta a comprendere le complesse dinamiche
delle migrazioni globali, lungo le rotte di orme invisibili. Anche gli scrittori Mathieu
Belezi e Gaia Manzini riflettono sulle difficoltà di abbandonare la propria patria per
un paese straniero e dell’ostinazione che anima chi è costretto a questa scelta pur di
salvare dall’invisibilità se stesso e la propria famiglia. Nel tempo in cui viviamo il corpo
è oggetto di mille attenzioni ma di pochissimo ascolto, è esibito sugli schermi dei
cellulari – pensiamo ai corpi delle vittime di guerra e dei femminicidi – che però lo
falsificano in stereotipi decorativi. Vittorio Lingiardi, psichiatra e psicoanalista, invita
a riflettere su queste contraddizioni e a riportare il corpo al centro dell’ascolto,
renderlo vivente nel suo racconto medico e psicologico, politico e poetico.
I protagonisti del Festival della Mente 2025
Edoardo Albinati, Alessandro Barbero, Cristina Bazzanella, Mathieu Belezi, Sonia
Bergamasco, Silvia Bre, Antonella Capetti, Angelo Carotenuto, Daniela Carucci, Patrizia
Casali, Centro Formazione Supereroi, Loredana Cirillo, Massimo Cirri, Marianna
Coppo, Roberto Danovaro, Anne-Claire Defossez, Donatella Di Pietrantonio, Elisa Di
Toro, Didier Fassin, Marco Federici Solari, Irene Ferrarese, Marco Albino Ferrari,
Antonella Fioravanti, Chiara Giaccardi, Isabella Guanzini, Lorenzo Jovanotti, Matteo
Lancini, Vittorio Lingiardi, Paolo Magri, Marco Malvaldi, Francesca Mannocchi, Gaia
Manzini, Piero Maranghi, Michela Matteoli, Mook, Marina Notaro, Matteo Nucci,
Sergio Olivotti, Paolo Pecere, Per Aspera ad Astra, Cesare Picco, Mascia Premoli, Alfio
Quarteroni, Massimo Recalcati, Vivienne Roberts, Marina Rocco, Filippo Rosa, Maura
Sandri, Mariarosaria Taddeo, Luca Tebaldi, Guido Tonelli, Giorgio Volpi, Alessandro
Zaccuri, Francesco Zago, Gianni Zauli, Leor Zmigrod.
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