Frida Kahlo dall’8 ottobre da My own gallery, Superstudio più a Milano
Frida Kahlo è una delle figure più iconiche e complesse della storia dell’arte: una donna la cui
esistenza, segnata da profondi traumi fisici ed emotivi, ha generato un’opera potente e autentica,
capace di lasciare un’impronta indelebile nella cultura visiva contemporanea.
La mostra "Attraverso i miei occhi: Frida Kahlo e la costruzione del mito", che accoglierà i visitatori
dall’8 ottobre 2025 all’11 gennaio 2026 presso MYOWNGALLERY – Superstudio Più a Milano,
propone una straordinaria selezione di fotografie che ritraggono l’artista messicana, immortalata da
alcuni dei più importanti fotografi del XX secolo.
Un corpus iconografico che, oltre a documentare il volto pubblico e il corpo segnato dalla sofferenza,
restituisce la forza del suo spirito ribelle, la profondità del suo legame con la cultura messicana e la
potenza innovativa della sua visione artistica.
Attraverso gli scatti di Edward Weston, Nickolas Muray, Imogen Cunningham, Lucienne Bloch, Leo
Matiz, Julien Levy, Lola Álvarez Bravo, Bernard Silberstein, Gisèle Freund, la mostra offre uno
sguardo intimo e sfaccettato su Frida Kahlo, mettendo in luce le sue passioni, le sue fragilità e la sua
relazione con il mondo che la circondava. Ad arricchire il percorso espositivo è una sezione dedicata
al materiale documentario, che contribuisce a contestualizzare ulteriormente il mito.
Di particolare rilievo è il lavoro della fotografa messicana Graciela Iturbide, che si è confrontata con
l’universo di Frida in una serie realizzata “in assenza”: protagonista è la stanza da bagno della Casa
Azul, riaperta eccezionalmente da Diego Rivera nel 2005, in cui oggetti personali dell’artista
continuano a evocare la sua presenza e la sua memoria.
"Attraverso i miei occhi: Frida Kahlo e la costruzione del mito" è più di una semplice mostra
fotografica: è una riflessione sull’identità, sull’autorappresentazione e sulla costruzione del mito.
Un percorso emozionante che invita il visitatore a esplorare non solo l’immagine pubblica di Frida
Kahlo, ma anche la sua interiorità, la sua forza vitale e l’eredità culturale che continua a ispirare
generazioni.
"Attraverso i miei occhi: Frida Kahlo e la costruzione del mito" è una produzione Navigare srl, in
collaborazione con Superstudio Più – MyOwnGallery, con il patrocinio di Comune di Milano,
Ambasciata del Messico in Italia, Consolato Generale del Messico a Milano.
ATTRAVERSO I MIEI OCCHI - FRIDA KAHLO e la costruzione del mito
Frida Kahlo: l'icona tra arte e immagine.
Frida Kahlo era poco conosciuta al di fuori del mondo dell'arte fino a circa 40 anni fa, tanto che
quando morì, nel 1954, il New York Times annunciò: “È morta Frida Kahlo, artista, moglie di Diego
Rivera”.
Da allora le cose sono molto cambiate e Frida Kahlo è diventata un'icona culturale. Così come è
accaduto per l’Urlo di Munch, il David di Michelangelo, o La notte stellata di van Gogh un'intera
industria è cresciuta intorno a lei. Oggi il suo volto, con lo sguardo intenso e le celebri sopracciglia
marcate, campeggia su tazze da caffè, magliette, carte da gioco, portachiavi, calamite, cartoline e
poster, ma anche su oggetti più insoliti, come piastrelle, cosmetici, detersivi e persino prodotti
alimentari. Ciò che colpisce, però, è che — a differenza degli altri esempi — a diventare icona non è
stata un’opera, ma l’artista stessa."
La riscoperta di Frida Kahlo come artista è spesso ricondotta alla mostra del 1982 presso la
Whitechapel Gallery di Londra, in cui le sue opere furono esposte accanto a quelle della fotografa
Tina Modotti, e alla fondamentale biografia di Hayden Herrera — divenuta il principale testo di
riferimento sulla sua vita — pubblicata pochi anni più tardi.
A partire dagli anni ’90, l’immagine di Frida Kahlo ha cominciato a permeare l’immaginario collettivo:
numerosi film hanno raccontato la sua vita, stilisti di fama internazionale hanno tratto ispirazione
dal suo stile inconfondibile, celebrità di ogni ambito ne hanno celebrato la figura, e le sue opere
hanno spesso stabilito nuovi record nelle aste internazionali.
La mostra "Attraverso i miei occhi: Frida Kahlo e la costruzione del mito" si propone di indagare il
profondo legame tra l’artista e la propria immagine. Pittrice che fece dell’autoritratto uno dei suoi
principali strumenti espressivi, Frida Kahlo appartiene a quel ristretto gruppo di figure la cui identità
è stata elevata a icona, fino a trascendere — in molti casi — la portata stessa della propria opera.
Diversi fattori hanno contribuito a questo processo di iconizzazione, e non pochi furono
consapevolmente orchestrati dalla stessa Kahlo. È noto, ad esempio, che scelse di indossare abiti
tradizionali messicani in netta controtendenza rispetto alla moda del tempo, e che arrivò persino a
modificare elementi della propria biografia per allinearsi idealmente alla causa rivoluzionaria —
dichiarando di essere nata nel 1910, anno d’inizio della rivoluzione messicana, o attribuendosi origini
ebraiche. È dunque legittimo affermare che Frida Kahlo costruì con straordinaria lucidità la propria
immagine, dando vita a una forma di autorappresentazione totale, anticipando con sorprendente
modernità dinamiche oggi diffuse nell’era dei social media e dell’identità visuale.
Di particolare interesse è anche il rapporto dell’artista con la fotografia. Kahlo non solo non rifuggiva
l’obiettivo, ma anzi si prestava con naturalezza allo sguardo dei più diversi fotografi e fotografe,
generando una documentazione visiva tanto ampia quanto rara nel panorama delle arti visive del
Novecento.
Lungi dall’essere un percorso biografico per immagini, la mostra si concentra sul dialogo tra Frida
Kahlo e la sua raffigurazione fotografica, interrogandosi su quanto questa narrazione visiva sia
stata guidata, influenzata o persino costruita dall’artista stessa.
Lo sguardo dell’amante, quello del gallerista, delle amiche più intime, dei fotografi più celebri, dei
reporter, dei connazionali ispano-americani: Frida Kahlo è stata ritratta in innumerevoli fotografie,
sin dalla tenera età, quando il padre Guillermo Kahlo — fotografo di professione — la scelse come
soggetto privilegiato. Questo lungo e articolato corpus fotografico rappresenta oggi una chiave
preziosa per comprendere non solo la figura pubblica dell’artista, ma anche il modo in cui lei stessa
desiderava essere vista.
ATTRAVERSO I MIEI OCCHI - FRIDA KAHLO e la costruzione del mito
I FOTOGRAFI IN MOSTRA
Imogen Cunningham la cui fotografia mette in evidenza la forza e la bellezza della figura femminile
con uno stile che fonde la delicatezza con l'intensità.
Leo Matiz che ha catturato la carica visiva della personalità di Frida, rendendola protagonista di
una serie di scatti vibranti.
Lucienne Bloch amica e collega di Frida, che ha documentato con grande intimità la vita
dell'artista, offrendo una visione di Frida fuori dai riflettori.
Edward Weston che, con il suo occhio acuto, ha colto Frida in momenti più riflessivi, usando la luce
e la forma per rivelare la sua potenza interiore.
Bernard Silberstein con il suo approccio quasi iconografico, ha scattato fotografie che raccontano
Frida non solo come artista, ma come un simbolo di forza e determinazione.
Lola Alvarez Bravo, una delle più importanti fotografe messicane, che ha contribuito a fissare
immagini di Frida intrise di cultura e tradizione.
Nickolas Muray il fotografo più strettamente legato a Frida, ne fu anche amante, ha immortalato
non solo la sua bellezza e la sua passione, ma anche la sua vitalità e le sue prime affermazioni
come artista. Le sue fotografie sono un omaggio intimo alla loro relazione.
Julien Levy, il primo in assoluto ad aver esposto le opere di Kahlo, ha colto l’artista in momenti
privati, rivelando la sua sensibilità e il suo carattere eccentrico.
Gisele Freund che ha realizzato alcuni dei ritratti più celebri di Frida, cogliendo la sua quotidianità
accanto all’ingombrante marito Diego Rivera.
Accanto a questi scatti, la mostra include anche alcune fotografie postume che hanno continuato
ad esplorare l'immagine di Frida nel tempo:
Graciela Iturbide Nel 2005, per la prima volta dopo 51 anni dalla morte di Frida Kahlo, è stato
riaperto il bagno di “Casa Azul”, abitazione privata della pittrice. In questa occasione Graciela
Iturbide ha compiuto un “viaggio” nel privato dell’artista messicana e ha raccolto attraverso il suo
obiettivo ha catturato l'essenza di Frida come icona della cultura messicana e della sua identità Indomita.
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