Nella cornice della cantina Gradis’ciutta si è svolta la cerimonia di premiazione della prima edizione di Ars Sine Finibus, il progetto transfrontaliero promosso da Sinefinis, fondato da Robert Princic della cantina italiana Gradis’ciutta e Matjaž Četrtič della cantina slovena Ferdinand. L’iniziativa mira a trasformare i vigneti di confine tra Italia e Slovenia in un parco d’arte permanente, dove installazioni site-specific realizzate da giovani artisti diventano strumento di dialogo tra arte e natura, comunità e territorio. Un percorso che guarda a un futuro sostenibile attraverso materiali naturali e linguaggi innovativi, in armonia con il programma di Gorizia e Nova Gorica Capitale Europea della Cultura 2025. Il progetto è realizzato con il sostegno del Fondo per piccoli progetti GO!2025 del Programma Interreg VI-A Italia-Slovenia. La cerimonia ha visto la partecipazione di numerose personalità istituzionali dei due Paesi, tra cui i sindaci di San Floriano del Collio e di Gorizia, Marjan Drufovka e Rodolfo Ziberna, e gli ambasciatori sloveno in Italia, Matjaž Longar, e italiano in Slovenia, Giuseppe Cavagna, segno tangibile di una collaborazione culturale che va oltre i confini. Le opere presentate dai giovani artisti sono state: - Sconfinare di Sofia Aloni e Lorenzo Lavezzo: racconta la frattura del 1947 quando un confine politico divise città, famiglie e comunità, trasformando le doghe delle botti in colonne che diventano grafico demografico e allo stesso tempo cancello simbolico capace di unire ciò che la storia ha separato. Materiali: botti di vino usate.
- Spazio di vite di Chiara Andolina, Tommaso Marchesi e Simona Tessaro: una gabbietta fermatappo in scala monumentale, intrecciata con ferro e tralci di vite, che diventa architettura abitabile e simbolo di convivialità e incontro. Materiali: tondini e fil di ferro, tralci di vite.
- Fortino e Santuario di Pietro Chiarello e Jasmin Sara Prezioso: Fortino, struttura aperta, dialogante con cielo e natura, che rievoca le palizzate militari ma le trasforma in luogo di gioco e relazione. Materiali: palizzate di legno per la viticoltura, smalto azzurro, fil di ferro. Santuario, invece, gigantesca botte azzurra trasformata in architettura abitabile che custodisce strumenti agricoli come icone religiose, dove gioco e spiritualità convivono. Materiali: botte, legno, ghiaia, smalto azzurro, strumenti agricoli antichi.
- Mucca senza passaporto di Lili Grudina e Daniele Poli: antico portone in ferro su cui uno stencil di mucca divisa dal confine e una composizione astratta evocano memoria, astrazione e superamento dei confini. Materiali: portone in ferro proveniente dalla famiglia Princic.
- Synergos di Nailia Khamzina e Vanessa Stefan: due corpi intrecciati diventano ceppo vitale al centro della scultura, con cerchi di botte e mosaico di vetri colorati che filtrano la luce, simbolo di convivenza e ponti tra popoli. Materiali: vetri, filo di ferro, cerchi di botti.
Il premio della giuria è stato assegnato all’opera Scritto nelle pietre di Juliana Florez Garcia, Gloria Veronica Lavagnini e Tajda Tomšič, un arco e un muro che richiamano l’ex confine, realizzati con marna, pietra e inserti dorati, trasformando la ferita storica in passaggio e soglia verso una coscienza condivisa. Pietre sospese e steli metallici evocano un prato fiorito, restituendo leggerezza e poesia a una memoria dolorosa. La giuria internazionale, composta da Salvatore Marsiglione, direttore della Galleria MAG, Andrea Formilli Fendi, Presidente della Fondazione Candido e Carla Fendi Speroni, Elisabetta Cudicio, Direttrice dello Studio Celiberti, Nelida Nemec, storica dell’arte di fama internazionale, e Alberto Perazza, titolare di MAGIS design, ha riconosciuto la forza evocativa dell’opera e la capacità di trasformare la storia in linguaggio universale. Le artiste, visibilmente emozionate, hanno ricevuto un premio in denaro e un’opera donata dal maestro Giorgio Celiberti. A seguito della cerimonia, è stata inaugurata anche l’installazione “So(g)no”dell’artista Marco Nereo Rotelli, presente all’evento. L’opera, realizzata con il contributo del prof. Riccardo Valentini, del compositore e conduttore radiofonico Alessio Bertallot, del poeta sloveno Aleš Šteger, del poeta italiano Valerio Magrelli e dell’artista friulano Giorgio Celiberti, trasforma lo spazio dei vigneti in un percorso immersivo di luce e poesia, invitando visitatori e comunità a condividere un’esperienza sensoriale e riflessiva. «Siamo orgogliosi di aver creduto in Ars Sine Finibus – hanno dichiarato Robert Princic e Matjaž Četrtič – perché dimostra che l’arte e il vino possono diventare strumenti di dialogo e unione tra comunità. Il Collio e il Brda sono da sempre un territorio di incontro: oggi, grazie ai giovani artisti, abbiamo fatto un passo ulteriore verso un futuro condiviso, sostenibile e senza confini». Con Ars Sine Finibus, il Collio e il Brda non sono solo territori del vino di eccellenza, ma diventano un laboratorio culturale internazionale, dove creatività, memoria e natura si incontrano per parlare un linguaggio universale: quello dell’arte che unisce. BREVE COMPANY PROFILE Fondata nel 1997 da Robert Princic, Gradis’ciutta è una delle realtà più significative del Collio, in Friuli Venezia Giulia. Con circa 50 ettari di vigneti collinari nei comuni di San Floriano del Collio, Gorizia, Capriva del Friuli e Dolegna del Collio, l’azienda rappresenta un perfetto equilibrio tra tradizione familiare, innovazione enologica e profondo rispetto per il territorio. Guidata da una filosofia sostenibile e da una visione produttiva attenta alla biodiversità e alla qualità, Gradis’ciutta ha ottenuto nel 2018 la certificazione biologica, coronando un lungo percorso di conversione alla viticoltura responsabile. I suoi vini, prodotti prevalentemente da vitigni autoctoni come Ribolla Gialla, Friulano e Malvasia, ma anche da varietà internazionali ben integrate nel territorio, esprimono al meglio la ricchezza e la complessità della Ponca, il caratteristico suolo del Collio. Oltre alla produzione vinicola, l’azienda ha inaugurato nel 2022 il Borgo Gradis’ciutta, una struttura ricettiva nata dal recupero di un antico palazzo del Cinquecento, oggi luogo di ospitalità e di esperienze immersive tra natura, arte, cultura del vino e identità locale. Gradis’ciutta è un progetto familiare, culturale e territoriale, che guarda al futuro con radici profonde nella terra e nella storia del Collio. |
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