Escher tra arte e scienza la nuova mostra del Mudec di Milano
La mostra M.C. Escher. Tra arte e scienza, al MUDEC di Milano dal 25 settembre all’8
febbraio 2026, riporta a Milano dopo dieci anni di assenza uno degli artisti più affascinanti e
riconoscibili del Novecento, Maurits Cornelis Escher (Olanda, 1898-1972).
Attraverso un progetto espositivo interamente dedicato a lui, la mostra propone un nuovo
sguardo sul suo percorso artistico,
Noto per le sue architetture impossibili, illusioni ottiche, tassellazioni e metamorfosi, M.C.
Escher ha creato un linguaggio visivo unico che unisce arte e matematica. Quella matematica
fatta non di astratti ragionamenti degli accademici di professione, ma di un lungo, minuzioso e
appassionato lavoro, basato su un approccio più intuitivo e percettivo.
In Escher arte e scienza si fondono in una visione rigorosa, inventiva e profondamente
personale, in un �il rouge che caratterizza fortemente la mostra.
Con uno sguardo inedito, M.C. Escher. Tra arte e scienza indaga, inoltre, l’influsso dell’arte
islamica – in particolare le decorazioni dell’Alhambra di Granada e della Mezquita di Cordova
– nella costruzione dell’universo grafico che caratterizza lo stile distintivo dell’artista olandese.
Infine, il percorso espositivo si sofferma su un Escher che di questo ‘universo grafico’ fece la
propria cifra stilistica anche nella sua vasta produzione commerciale. La mostra ricorda come
il genio di Escher si sia confrontato con ambiti applicati al design grafico: nella sua vita
professionale l’artista realizza non solo stampe artistiche in fogli sciolti, ma anche illustrazioni,
copertine di libri e riviste, ex libris, biglietti d’auguri, motivi decorativi per carta da regalo,
tessuti, banconote, ecc… I lavori su commissione non hanno mai rappresentato per l’artista
una parentesi minore, ma un terreno fertile per affinare il suo linguaggio visivo.
Prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e promossa dal Comune di Milano-Cultura
con il supporto di Turisanda1924 – esclusivo brand di viaggi parte di Alpitour World – e con
il patrocinio dell’Ambasciata e Consolato Generale dei Paesi Bassi in Italia, l’esposizione è
in collaborazione con il Kunstmuseum Den Haag ed è resa possibile grazie a Fondazione M.C.
Escher. Grazie a questa preziosa sinergia è infatti possibile ammirare in un unico allestimento
le importanti opere provenienti dalla collezione permanente del museo olandese, che
custodisce la più grande collezione museale pubblica di M.C. Escher al mondo, di cui in mostra
ritroviamo una significativa rappresentanza. La mostra è inserita nell’ambito dell’Olimpiade
Culturale di Milano Cortina 2026. Il programma multidisciplinare, plurale e diffuso che
animerà l’Italia per promuovere i valori Olimpici e valorizzerà il dialogo tra arte, cultura e sport,
in vista dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali che l’Italia ospiterà rispettivamente dal 6 al
22 febbraio e dal 6 al 15 marzo 2026.
“L’arte e la scienza di Escher si incontrano in una grande mostra al Museo delle Culture di Milano”,
sottolinea l’Assessore alla Cultura del Comune di Milano Tommaso Sacchi, che prosegue: “Nei
suoi lavori, il grande incisore olandese ha saputo creare un linguaggio visivo assolutamente
originale fondendo geometria, illusioni ottiche e tassellazioni. Il percorso di mostra evidenzia
come la sua ricerca si sia sviluppata da influenze culturali diverse, tra cui l’arte islamica,
costruendo un ponte tra Oriente e Occidente, oltre che tra intuizione e logica, e tra arte e scienza.”
I lavori dell’artista e incisore olandese sono, infatti, immediatamente riconoscibili per la loro
predisposizione a rappresentare le cosiddette «costruzioni impossibili», che esplorano il
concetto di infinito, la tassellazione del piano e dello spazio, lo studio di schemi
geometrici e metamorfosi che assumono gradualmente forme diverse e paradossali. Già nel
1926 la progettazione delle piastrelle per la pavimentazione del suo appartamento a Roma, in
via Poerio, rivela una meticolosa attenzione alle proprietà di simmetria, relative sia al
disegno sia ai colori. Ma fu soltanto dal 1937, dopo la lettura di alcuni articoli scientifici
pubblicati su riviste di cristallografia – tra cui un fondamentale studio del matematico di
origine ungherese György Pólya – che M.C. Escher intraprese una ricerca sistematica sulle
tassellazioni regolari del piano euclideo e sui corrispondenti 17 gruppi cristallografici del
piano. Di questo studio approfondito offrono eloquente testimonianza non solo gli schizzi nei
suoi taccuini e quaderni, ma anche capolavori grafici quali Giorno e notte (1938) e Cavalieri
(1946).
L’incontro, nel 1954, con il matematico Harold Scott MacDonald Coxeter segnò l’inizio di
una nuova fase nelle ricerche artistiche di M.C. Escher, che da tempo era interessato a trovare
un ambiente geometrico atto alla creazione di “motivi” le cui dimensioni si facessero via via più
piccole, procedendo dal centro verso la periferia, “fino a raggiungere il limite dell’infinita
piccolezza”. Esplorando, con i metodi euristici a lui propri, l’universo delle tassellazioni regolari
del disco iperbolico di Poincaré, Escher riuscì a raggiungere questo obiettivo, realizzando, tra il
1958 e il 1960, le opere di straordinaria complessità matematica che costituiscono la serie
Limite del cerchio I - IV.
La mostra indaga poi un aspetto ancora poco conosciuto dal grande pubblico, ovvero lo stretto
rapporto che l’artista ebbe con l'arte islamica e le sue inconfondibili tassellazioni. L’uso
delle simmetrie, la ripetizione modulare e la visione astratta dello spazio, elementi chiave
dell’ornamentazione islamica, offrono a M.C. Escher uno spunto importantissimo per
superare la rappresentazione naturalistica della realtà. Le somiglianze tra le tassellazioni
dell'arte islamica e il lavoro di Escher risiedono proprio negli schemi matematici. Sebbene
Escher e gli artisti dell’arte islamica utilizzassero gli stessi schemi geometrici, Escher però li
“deformava” trasformandoli in figure riconoscibili: uccelli, pesci, esseri umani, cavalli e così
via. Il Mudec dunque – attraverso le sue mostre dal concept espositivo caratterizzato – porta
l’attenzione non solo sull’artista e sulla sua poetica, ma anche sulle fonti di ispirazione e i
modelli culturali ‘altri’.
A partire da questi presupposti, la mostra dunque si snoda percorrendo otto sezioni
tematiche.
Attraverso 90 opere di Escher tra incisioni, acquerelli, xilografie e litografie nonché oltre
40 oggetti islamici di confronto provenienti dal Kunstmuseum Den Haag e da altri musei
milanesi tra i quali il MUDEC e il Castello Sforzesco – viene proposta al visitatore una chiave di
lettura visuale e immediata dell’evoluzione stilistica dell’artista e dei temi a lui più cari, utile
alla comprensione delle sue opere durante l’intenso arco di vita artistica.
La mostra segue infatti l’evoluzione dell’artista: dagli esordi influenzati dall’Art Nouveau,
alla scoperta dei paesaggi italiani, fino alla piena maturità, in cui M.C. Escher sviluppa un
sofisticato uso di tassellazioni, cicli metamorfici, illusioni ottiche e rappresentazioni
dell’infinito. Pur senza una formazione scientifica, l’artista riesce a visualizzare concetti
matematici complessi con sorprendente intuizione grafica.
Accanto alle opere iconiche, sono esposti disegni preparatori, acquerelli, studi di
tassellazioni, materiali d’archivio e opere di arte islamica che documentano il suo processo
creativo.
Il percorso espositivo, inoltre, si focalizza anche – nelle sue sezioni iniziali – su una serie di
confronti con altri maestri dell’arte grafica che si ritiene abbiano ispirato M.C. Escher o che
hanno condiviso le medesime scelte espressive: un confronto inedito che mette in luce affinità
stilistiche, influenze tematiche e corrispondenze visive, arricchendo la lettura dell’opera e
inserendola in un contesto culturale più ampio. Lontano dalle mode del suo tempo, Escher
seppe costruire un linguaggio unico, un ponte tra Oriente e Occidente, tra intuizione e logica,
tra arte e scienza.
Il comitato scientifico, supportato dalla Fondazione M. C. Escher e coordinato da Federico
Giudiceandrea, su concept di Judith Kadee, Curator del Kunstmusem Den Haag, è composto dai
curatori Claudio Bartocci, Docente di geometria e storia della matematica presso l'Università
di Genova– per l’approfondimento dei legami di Escher con gli aspetti matematici e scientifici -
Paolo Branca, Professore di Lingua e Cultura Araba presso l’Università Cattolica di Milano -
per indagare il rapporto con l’arte islamica - e Claudio Salsi, Docente di Storia del Disegno,
dell’Incisione e della Grafica presso l’Università Cattolica di Milano - per un affondo sulla
produzione grafica dell’artista.
Alle sezioni tematiche si affiancano lungo il percorso di mostra le installazioni multimediali,
a cura dello studio di progettazione Maurits, che spiegano in modo assolutamente immediato,
intuitivo e – perché no? – anche ludico i concetti di tassellazione e di infinito. Cos’è la
tassellazione? Come si crea? Esistono 17 combinazioni possibili di trasformazioni geometriche:
il video presenta un esempio per ciascuna di esse. Infine, a chiusura della mostra, una sorta di
infinity room porta il visitatore a entrare in una camera immersiva dall’effetto caleidoscopico
all’interno di una stanza a specchio, dove vengono proiettate animazioni in alta definizione sulle
tassellazioni iperboliche di Escher, creando un ambiente visivamente affascinante e
coinvolgente.
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