Panorama Pozzuoli 10/14 settembre

Dopo le esperienze di Procida (2021), Monopoli (2022), L’Aquila (2023) e del Monferrato (2024), Panorama – la mostra diffusa ideata da ITALICS, rete di gallerie italiane e straniere basate in Italia, di arte antica, moderna e contemporanea – torna alle origini. Dal 10 al 14 settembre 2025 l’atteso appuntamento approda a Pozzuoli, cuore pulsante della Campania antica, tra scenari vulcanici e paesaggi mitologici unici al mondo. Curata da Chiara Parisi, direttrice del Centre Pompidou-Metz, la quinta edizione accompagna il pubblico in un viaggio immersivo tra divinità e creazione, intrecciando memoria e urgenze del presente in un territorio che da millenni fonde mito, storia e natura.

Panorama Pozzuoli è realizzata grazie alla collaborazione e al sostegno della Regione Campania e di Scabec.

 

Il fil rouge di Panorama Pozzuoli è il tema della divinizzazione, concetto che attraversa epoche e sensibilità. Dai culti del passato ai racconti di eroi e semidei che popolano le tradizioni locali, fino alle interpretazioni più contemporanee della trascendenza, Pozzuoli si offre come scenario ideale per esplorare come l’arte possa intrecciare e interrogare la memoria, l’archetipo, l’assoluto. “A Pozzuoli la divinizzazione non è un concetto astratto – spiega la curatrice Chiara Parisi – ma qualcosa di inscritto nella terra stessa. I Campi Flegrei sono un territorio in cui il mito si è fatto geografia: qui gli dèi hanno sconfitto i Giganti, il Lago d’Averno era la porta degli Inferi, la Solfatara la fucina di Efesto. In un contesto simile, ‘divinizzazione’ è sembrata la chiave più naturale per aprire il dialogo tra passato e presente. In questi luoghi, in cui sacro e profano, antico e moderno, convivono in un unico respiro, il divino non è quindi una categoria fissa, ma un continuo interrogarsi su chi o cosa eleggiamo a simbolo di trascendenza.”

 

Attraversando musei, siti archeologici, chiese, gallerie sotterranee, terrazze panoramiche, vestigia e botteghe – dall’Anfiteatro Flavio, tra i più grandi costruiti durante l’Impero Romano, al Parco pubblico di Villa Avellino e al Cinema Sofia, dalla Chiesa di San Raffaele Arcangelo all’area esterna della Chiesa del Purgatorio, fino al Rione Terra, cuore pulsante di Panorama con ilsuopercorso archeologico sotterraneo, il Duomo di San Procolo Martire, la Chiesa di San Liborio e i locali storici restaurati e spingendosi oltre, verso il Parco archeologico di Cuma Panorama Pozzuoli disegna un itinerario che abbraccia l’intero paesaggio dei Campi Flegrei. Un mosaico di luoghi dalla bellezza unica, che si intrecciano con l’arte antica, moderna e contemporanea e che restituiscono al pubblico una nuova immagine della città e del suo territorio.

 

Foglio di rotta

Un caleidoscopio di oltre 110 opere di 47 artisti – dai Maestri del passato ai protagonisti internazionali contemporanei – grazie al contributo di 45 gallerie, compone una maratona artistica di cinque giorni che intreccia visioni, poetiche e linguaggi differenti.

Una kermesse che si anima grazie a un ricco Public Program che abita i luoghi del percorso in diversi momenti della giornata favorendo l’incontro e la partecipazione del pubblico: visite del Rione Terra guidate da personalità che hanno abitato il territorio, passeggiate culturali al Parco archeologico di Cuma, proiezioni continue, colazioni con gli artisti, talk e performance tra archeologia, arte contemporanea e musica che invitano a interrogare e riscoprire il paesaggio circostante, insieme ad aperture straordinarie delle gallerie di ITALICS a Napoli.

 

Il percorso espositivo si apre all’Anfiteatro Flavio – architettura monumentale della gloria imperiale, oggi patrimonio vivente nel senso più profondo e romantico del termine – con le sculture in bronzo di Simone Fattal, figure archetipiche dai forti riferimenti letterari e mitologici, e prosegue in un dialogo serrato tra presente e antichità con le opere pittoriche di Servane Mary e una scultura d’arte romana del II secolo d.C. Ad abitare gli spazi della cavea, come un’ipnotica risonanza poetica, è D’Incanto di Clarissa Baldassarri: un’opera site-specific in cui l’artista intreccia gesto e voce in una ritualità sonora ispirata alla glossolalia, espressione estatica che assume forma ritmica e melodica senza significato semantico. Questi suoni, attraverso le azioni di sei danzatori, si diffondono tra le pietre dell’Anfiteatro Flavio, trasformando l’architettura in corpo risonante e facendo emergere l’indicibile.

Scendendo nell’area sotterranea dell’anfiteatro, nel cuore dell’ipogeo, le sculture su “scaglie di marmo” di Helena Hladilovágenerano inattesi cortocircuiti visivi con i resti archeologici circostanti, mentre le opere di Wilfredo Prieto, di forte impatto concettuale, indagano le contraddizioni del presente e la fragilità della percezione.

 

A intrecciarsi a questo suggestivo cammino artistico, gli speakers’ corners – posizionati tra la Darsena e il Parco Comunale “Villa Avellino” –, provenienti dalla tradizione oratoria londinese degli spazi liberi di parola, accolgono voci diverse – artisti, filosofi, poeti, attivisti – in brevi interventi pubblici, mentre frasi ispirate liberamente all’Eneide, disseminate nei vicoli delle sedi espositive come un gesto di graffiti writing mitologico e urlate da una voce che viaggia su una 500 gialla tra le strade della città, trasformano la città in una costellazione geopoetica.

 

Al Bar Primavera di via Carmine 1 e poco più avanti lungo il percorso, a Il Grottino in Rampe Raffaele Causa, a giorni alterni, si tengono momenti di incontro e conversazione tra artisti e curatori con le Colazioni con l’Artista che trasformano il gesto familiare del prendere un caffè, così centrale nella tradizione partenopea, in un’occasione per condividere pensieri, visioni e racconti legati alle opere e al territorio che le ospita. A concludere questa serie di incontri, un appuntamento speciale è previsto per la domenica mattina quando gli artisti in mostra e i loro galleristi incontrano la curatrice Chiara Parisi per parlare di arte e molto altro.

 

La promenade continua per via Carlo Rosini, e oltrepassando l’Ex Orfanotrofio Femminile “Carlo Rosini”, si raggiunge il Cinema Sofia – che porta il nome della celebre attrice italiana cresciuta poco distante – dove Yuri Ancarani, con la proiezione di Séance, trasforma il cinema in un set situato all’interno della Casa Museo Mollino a Torino, e l’architettura diventa mediumevocativo per far riaffiorare memorie e atmosfere sospese nel tempo.

Il cammino prosegue fino alla borrominiana Chiesa di San Raffaele Arcangelo, animata dalla pittura intima di Celia Paul, per poi giungere alle scalinate della Chiesa del Purgatorio, dove le sculture di Walter Moroder creano un’aura misteriosa.

Si giunge in corso Vittorio Emanuele, dove le pareti dell’ascensore che collega il percorso urbano con il centro storico si animano con lo statement di Lawrence Weiner, trasformando un passaggio quotidiano in un varco poetico e inatteso.

 

A introdurre il cuore pulsante del Rione Terra, al Largo Sedile di Porta, l’opera di Ugo Rondinone si staglia sul mar Mediterraneo come una presenza senza tempo, in cui passato e presente si incontrano in un equilibrio che racchiude una potenza arcaica e vitale. Sempre qui, al Sedile dei Nobili situato all’ingresso del Rione Terra, l’installazione di Simon Starling, realizzata per questa edizione, si ispira alla Decapitazione dipinta da Caravaggio a Napoli.

 

Da questo punto, ogni pomeriggio parte un tour guidato da una voce d’eccezione: chi è nato e cresciuto a Pozzuoli e custodisce ancora oggi racconti, segreti e trasformazioni di questo luogo affascinante, accompagna il pubblico tra i vicoli e le botteghe. In questo intreccio, passato e presente dialogano attraverso storie familiari, leggende popolari e memorie personali, restituendo la dimensione più intima della città.

In Strada del Duomo i due lungometraggi, Calcinacci (1991, 36') e Giro di lune tra terra e mare(1997, 115'), firmati da Giuseppe Gaudino e Isabella Sandri, narrano storie, culture e tradizioni di Pozzuoli, facendo del cinema uno strumento di memoria personale e collettiva, capace di intrecciare mito e cronaca, e di restituire i Campi Flegrei come un territorio in cui il passato riaffiora costantemente e dialoga con le ferite del presente.

 

Il percorso archeologico sotterraneo del Rione Terra, tra i complessi ipogei più rilevanti del Mediterraneo, documenta in modo stratigrafico la continuità dal periodo romano al medioevo, offrendo un tracciato che integra architettura, resti materiali, sistemi di luce naturale in dialogo con le opere di Simon Dybbroe Møller, Giusy Pirrotta, Marie Denis e Fabrizio Corneli; le rovine architettoniche dipinte da Viviano Codazzi e Michelangelo Cerquozzi; la mitologia scolpita nel marmo di Matteo Bottigliero. E poi ancora, l’installazione sonora di Oliver Beer trasforma affetti personali in “divinità domestiche”, un celebre capolavoro storico di Mario Merz scandisce le regole di evoluzione del mondo vegetale e animale e la scultura di Marino Marini, simbolo di un’umanità priva di certezze, è memoria del passato.

 

L’itinerario risale in superficie, tra scorci e vicoli che custodiscono locali storici, ora animati dalle opere degli artisti di Panorama. Sandra Vásquez de la Horra propone le sue mappe immaginifiche intrecciando memoria personale e cosmologia della vita e della morte. Sul fronte mare, lungo via San Procolo, le celebri cancellature di Emilio Isgrò si affacciano sul golfo, mentre Sang A Han ricama in cotone storie intime e collettive. Le sculture in metacrilato e le ninfee luminose di Gino Marottaesplorano la fusione tra colore, elementi naturali e artificiali, mentre Goshka Macuga trasforma una bottega in una grotta evocativa, popolata da sculture che richiamano stalagmiti e fenomeni naturali, riflettendo sul rapporto tra tempo e trasformazioni ambientali.

 

Al Duomo di San Procolo Martire, la superficie specchiante di Anish Kapoor introduce alla sacralità dello spazio il riflesso mutevole di un mondo che non può essere osservato in modo univoco. In questo luogo sacro, tempio pagano e cristiano, l’opera stessa si fa altare, idolo acheropita, passaggio ad una dimensione altra, in una stratificazione storica e spirituale, dove le epoche e i riti si intrecciano, si ripetono, si perdono. La superficie dell’opera si frantuma in una danza di triangoli, forme essenziali e cariche di significato. Nella cultura universale, il triangolo simboleggia l’unione di tre forze – cielo, terra e spirito – e, al contempo, l’incontro armonico di due identità che si completano in una terza dimensione condivisa. Accanto le opere di Jan Vercruysse interrogano memoria e presenza mentre un olio su tela del 1600 di Luigi Primo Gentile torna ad abitare gli spazi del Duomo dopo l’incendio del 1964.

L’ingresso del podio del Duomo è segnato dalla forza di Jannis Kounellis, che invita a confrontarsi con la fisicità e la simbologia degli oggetti, aprendo poi alle forme luminose e sospese nel buio di Gianni Colombo e ai ritratti introspettivi di Carlos Amorales.

Una volta all’esterno, in via Crocevia, l’installazione di Elmgreen & Dragset cattura lo sguardo, perché nega allo spettatore una storia compiuta, lasciandogli la libertà di immaginare ciò che è accaduto o potrebbe accadere.

Verso la Piazzetta San Liborio si susseguono altri spazi che accolgono i carboncini di Felix Shumba, un trittico in cui diverse temporalità fanno emergere le dinamiche del potere; il dipinto di Giovanni Peruzzini; le sculture di Kevin Francis Gray; e un secondo intervento di Elmgreen & Dragset con 60 Minutes (Marble). Seguono l’importante opera pittorica di Luca Giordanoel’installazione di Maria Grazia Rosin che, accompagnata da un elemento sonoro, è popolata da creature ibride, dove naturale e artificiale, biologico e minerale si fondono.

In piazza di via Crocevia prende forma l’opera site-specific di Rebecca Moccia, ispirata alla geologia del Vesuvio e alla propria storia familiare, riflessione sul tramandarsi di memorie e migrazioni; mentre una stanza con affaccio sul mare ospita l’intervento fisico e pittorico di David Tremlett.

Sempre qui, Maurizio Cattelan colloca la scultura di un bambino sospeso sul cornicione di un palazzo, proprio sotto la gru che ancora segna il cantiere del quartiere evacuato negli anni Settanta: il suo tamburo, battuto a intermittenza, diffonde un suono insistente e ipnotico.

 

Dal venerdì alla domenica la stessa piazzetta si anima con conversazioni e talk che intrecciano voci locali e prospettive internazionali, con la partecipazione di artisti, galleristi, curatori e registi.

 

Nella Chiesa di San Liborio Maurizio Cattelan immagina due sculture in marmo di Carrara in dialogo con i miti partenopei.

Da qui prende il via la seconda parte del percorso archeologico sotterraneo con l’opera di Bram Demunter che conduce fino alla terrazza con l’idolo contraffatto di Michael Landy e il video di Damir Očko, una celebrazione queer ispirata alla commedia greca Gli uccelli di Aristofane che unisce il voguing all’esperienza drag dei canti d’uccelli all’alba.

Il viaggio di Panorama Pozzuoli si estende verso uno dei luoghi più emblematici del paesaggio flegreo: Cuma, la prima colonia greca d’Occidente, terra di oracoli e visioni. Il percorso si apre con l’Antro della Sibilla all’interno del Parco archeologico di Cuma, dove l’opera video di William Kentridge prende forma come un flipbook animato: figure stilizzate, simboli e testi si susseguono in un ritmo ipnotico, accompagnati da una colonna sonora che evoca la Sibilla Cumana di Dante, emblema dell’incertezza e del fluire del tempo.

 

Da venerdì a domenica, passeggiate culturali curate dall’associazione locale Aporema conducono il pubblico a immergersi in questo sito straordinario, offrendo una visita che completa idealmente il racconto di Panorama, riportandolo alle radici più profonde del mito e della sua attualità.

 

Arcipelago Panorama

Accanto agli spazi espositivi, scelti per accogliere le opere di Panorama, altri luoghi della città e dei Campi Flegrei, pur senza interventi artistici, restano fondamentali da visitare per comprendere il contesto e la forza del territorio. Il paesaggio stesso diventa protagonista: la promenade non si limita infatti al percorso di mostra, ma si estende al Museo Diocesano di Pozzuoli(con accesso gratuito dalle 11.00 alle 20.00) e, scendendo, alla Darsena e al porto, fino al Macellum/Tempio di Serapide, in un ricongiungimento ideale con l’inizio del percorso espositivo, l’Anfiteatro.

A pochi chilometri si incontra la Solfatara, con le sue fumarole ancora attive, e poco più a nord il Lago d’Averno, da sempre avvolto da leggende e identificato da Virgilio come la porta degli inferi. L’itinerario prosegue fino a Bacoli, dove i fondali del Parco sommerso di Baia restituiscono un’intera città romana inghiottita dal mare, mentre sulla terra emergono le rovine del Parco archeologico delle Terme di Baia e il Museo archeologico dei Campi Flegrei e Castello di Baia che domina il golfo e custodisce tra le sue mura i resti di una grandiosa villa romana. Ancora oltre, la Piscina Mirabilis, la più grande cisterna di epoca romana conservata in Occidente, costruita per rifornire la flotta imperiale. Il tutto si ricongiunge a Cuma, luogo della Sibilla, che fa parte di Panorama come sigillo mitico e storico di un itinerario come unica narrazione. Tutti questi siti durante la manifestazione vengono collegati da un servizio di navette gratuito.

 

Tutto questo è Arcipelago Panorama, un percorso che amplia l’esperienza di Panorama Pozzuoli per scoprire luoghi della cultura e del paesaggio, siti UNESCO, musei e spazi di interesse dei Campi Flegrei.

Ad aggiungersi all’itinerario il progetto Memorie appese a un filo dell’Associazione culturale Lux in Fabula che prende forma in una bottega d’archivio a Pozzuoli, visitabile i giorni di apertura di Panorama, per restituire la storia del Rione Terra. Attraverso fotografie, giornali, oggetti e documenti video, l’iniziativa accompagna i visitatori in un viaggio nella memoria collettiva, rievocando i giorni dello sgombero del Rione Terra del marzo 1970.

A Napoli il palinsesto di Arcipelago Panorama prevede visite guidate gratuite in collaborazione con i musei locali, come la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee – museo Madre e il Museo e Real Bosco di Capodimonte.

 

Progetti speciali

Panorama Pozzuoli rinnova il legame con il territorio attraverso il coinvolgimento di scuole, associazioni e realtà locali impegnate nell’inclusione sociale, con attività di mediazione e percorsi di avvicinamento all’arte contemporanea.

Tra questi, un’attenzione particolare è rivolta ai giovani dei progetti di reinserimento promossi per i ragazzi degli istituti di pena minorile di Nisida e per le donne del carcere di Pozzuoli, in collaborazione con Puteoli Sacra, che si occupano della mediazione culturale presso il Museo Diocesano di Pozzuoli.

 

Per l’occasione, Panorama coinvolge anche Aporema per un progetto formativo con gli studenti del Liceo Virgilio e del Liceo Artistico “Majorana” di Pozzuoli. I ragazzi, guidati dagli operatori dell’organizzazione no-profit – attiva da oltre venticinque anni nella promozione dell’arte come strumento di crescita educativa e trasformazione sociale – sono protagonisti dell’accoglienza e della mediazione nei siti della mostra: una presenza che arricchisce l’esperienza dei visitatori grazie alle nuove generazioni.

 

Come per ogni edizione, le tote bag e le t-shirt indossate dai mediatori culturali e dalle guide che da mercoledì 10 a domenica 14 settembre conducono il pubblico alla scoperta della mostra, sono ideate da un artista: per Panorama Pozzuoli è Maurizio Cattelan a firmarle, trasformando un elemento quotidiano in segno urbano e collettivo della manifestazione.

 

Torna, anche quest’anno, la cerimonia di consegna dell’Italics d’Oro, il riconoscimento che celebra l’intenso legame tra un artista e il suo territorio. Per questa edizione, il premio viene assegnato a Tomaso Binga (Salerno, 1931) nome d’arte di Bianca Pucciarelli Menna, figura centrale della poesia visiva e della sperimentazione verbo-visiva in Italia. Da sempre impegnata nella riflessione sui linguaggi e sull’identità di genere, l’artista ha costruito un legame profondo con la Campania, dove ha vissuto e lavorato a lungo, contribuendo in modo significativo alla vita culturale e artistica del territorio a livello internazionale.

 

Per concludere

Panorama Pozzuoli è un palinsesto collaborativo che mette al centro la città, il suo territorio e le sue comunità: una piattaforma di relazioni attivate dall’arte, dove opere, luoghi e persone si incontrano. Lontano da un approccio espositivo convenzionale, si configura come un ecosistema aperto e in trasformazione, che intreccia esperienze estetiche, pratiche partecipative e saperi condivisi. In questo processo, la città diventa soggetto attivo e co-autrice di un racconto che attraversa linguaggi, generazioni e appartenenze.

 

Panorama Pozzuoli vede il patrocinio dell’UNESCO, del Ministero della cultura e della Città di Pozzuoli che accoglie la manifestazione e che, grazie al prezioso contributo e alla fattiva collaborazione del Sindaco Luigi Manzoni, ha reso possibile l’accesso ai luoghi più preziosi della città. Fondamentali la collaborazione e il sostegno della Regione Campania e di Scabec, a valere sui Fondi Coesione Italia 21/27, che giocano un ruolo cruciale per fare di Panorama un’esperienza espositiva unica, espressione dei valori di ITALICS, in grado di unire stili, tecniche e pensieri molteplici attraverso itinerari d’arte che continuano uno straordinario viaggio iniziato nel 2020 tra le pagine web della piattaforma Italics.art.

 

Panorama è un format voluto e condiviso dalle gallerie di ITALICS in un’ottica di collaborazione con i territori coinvolti, simbolo di un impegno che intende espandersi progressivamente in un programma e in alleanze tese a ribadire la centralità e il ruolo delle gallerie d’arte in Italia in un sistema culturale, locale e globale in continua evoluzione. Una forte vocazione territoriale che guarda al mondo in costante trasformazione.

 

ITALICS accoglie Banca Ifis come nuovo Main Partner. Il sostegno al progetto rientra nell’ambito di Ifis art, il brand voluto dal Presidente Ernesto Fürstenberg Fassio che raccoglie tutte le iniziative volte alla valorizzazione dell’arte, della cultura e della creatività contemporanea, con l’obiettivo di creare valore per le persone e le comunità.

Quest’anno Valmont ha scelto di supportare la manifestazione in qualità di Sponsor per celebrare insieme a ITALICS l’armonia tra cultura, territorio e ispirazione artistica, riscoprendo il potere trasformativo dell’arte in un contesto dove storia e creatività si fondono. La Maison svizzera della cosmetica cellulare si distingue, con Fondation Valmont, per lo spirito mecenatistico volto a esplorare il legame sottile con l’arte, il benessere mentale e la bellezza in tutte le sue forme.

Jumeirah Capri Palace partecipa quest’anno a Panorama in qualità di Sponsor, portando il ristorante aMaRe Capri, osteria di mare e pizza d’autore in collaborazione con Franco Pepe, nel cuore del Rione Terra. Supportando ITALICS, Jumeirah Capri Palace rinnova il proprio impegno nel valorizzare l’arte e la creatività in tutte le sue forme, in un intreccio unico di ospitalità e cucina, espressioni culturali e strumento di connessione con il territorio.

Torna anche per questa edizione Poste Italiane in qualità di Sponsor sedi per supportare la manifestazione rendendo accessibili al pubblico i luoghi che ospitano il percorso espositivo.

Si rinnova infine anche la media partnership con Il Giornale dell’Arte.

 

Si ringraziano la Regione Campania e il suo Presidente Vincenzo De Luca per il sostegno alla manifestazione e Scabec S.p.A. per la collaborazione e il contributo alla realizzazione del progetto.

Un grazie particolare al Parco Archeologico dei Campi Flegrei e al suo Direttore, Fabio Pagano, e alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il comune di Napoli che tutelano e custodiscono le vestigia fisiche e la memoria antica di questi luoghi e lavorano per mantenerle vive e attuali. Un sentito ringraziamento va al Comune di Pozzuoli, al suo Sindaco Luigi Manzoni e ai suoi collaboratori.

 

Si ringrazia Banca Ifis e il suo Presidente Ernesto Fürstenberg Fassio che con il suo supporto alla manifestazione ha ancora una volta sottolineato impegno nella promozione della cultura attraverso i progetti di Ifis Art.

 

Un sentito ringraziamento va a Gaetano Ratto, Presidente di UnicoCampania, e a Umberto De Gregorio, Presidente di EAV, che con il loro prezioso supporto hanno reso possibile il servizio di navette durante i giorni della manifestazione.

 

Un ringraziamento particolare è rivolto agli artisti e a tutte le gallerie partecipanti, con un riconoscimento speciale a quelle del territorio napoletano: Alfonso Artiaco, Thomas Dane Gallery, Galleria Umberto Di Marino, Galleria Tiziana Di Caro, Galleria Fonti, Giacometti Old Master Paintings, Galleria Lia Rumma, Porcini, Studio Trisorio.

Grazie ad Alfonso Artiaco e a tutti i puteolani che hanno accolto Panorama, le sue opere e i suoi artisti, condividendo la storia e le storie della loro città e rendendo possibile, con la loro ospitalità e il loro entusiasmo, questo progetto.

 



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