Progetto Atlas alla Fondazione Prada: Oldenburg e Da Corte

DUE INSTALLAZIONI DI CLAES OLDENBURG E ALEX DA CORTE SONO INCLUSE NEL

PROGETTO “ATLAS” DAL 18 SETTEMBRE 2025 NELLA SEDE DI FONDAZIONE PRADA 

A MILANO

Milano, 9 settembre 2025 – Fondazione Prada presenta Mouse Museum (1965-1977) di 

Claes Oldenburg e Mouse Museum (Van Gogh Ear) (2022) di Alex Da Corte dal 18 

settembre nell’ambito del progetto espositivo “Atlas”, all’ottavo piano della Torre nella sede 

di Milano. Il pubblico può scoprire per la prima volta queste due installazioni, fortemente 

connesse visivamente e concettualmente, all’interno dello stesso spazio. La possibilità di 

osservare insieme i due “Mouse Museum” stimola una riflessione sul collezionismo e 

sull’esposizione museale, sulla produzione artistica e sull’identità personale, sul senso di 

stupore suscitato dalla produzione di massa, mettendo a confronto approcci diversi alla 

cultura consumistica.

Attraverso presentazioni monografiche o confronti inaspettati tra opere realizzate da artisti 

internazionali fra il 1960 e il 2022, “Atlas” delinea una possibile mappatura delle idee e delle 

visioni che hanno contribuito allo sviluppo delle attività di Fondazione Prada dal 1993 a oggi.

È un progetto concepito per cambiare nel tempo, un piano alla volta, pronto a incorporare 

nuove sollecitazioni e interpretazioni. La sua natura dinamica ed evolutiva riflette la volontà di 

Fondazione Prada di indagare attivamente le modalità di programmazione di uno spazio 

espositivo e la funzione di un progetto permanente in un campus dedicato alla cultura 

contemporanea.

In prestito dal mumok - Museum moderner Kunst Stiftung Ludwig Wien, il Mouse Museum di 

Claes Oldenburg unisce lo stupore dell’artista nei confronti della produzione di massa 

americana degli anni Sessanta al suo approccio ironico, giocoso e critico verso l’arte. Claes 

Oldenburg (Stoccolma, 1929 – New York, 2022) inizia la sua carriera a metà degli anni 

Cinquanta, affermandosi come figura di riferimento nella scena artistica di New York. Attivo 

soprattutto come scultore, sperimenta con materiali non convenzionali realizzando

installazioni ambientali e happening, mentre in seguito, grazie alla collaborazione con Coosje 

van Bruggen (Groningen, 1942 – Los Angeles, 2009), la sua opera si è evoluta in progetti 

pubblici su larga scala in tutto il mondo, come Ago, Nodo e Filo (2000) in Piazzale Cadorna a

Milano.

A partire dai primi anni Sessanta, Oldenburg inizia a collezionare oggetti di produzione 

industriale, oltre a modellini e studi delle proprie opere. Dal 1965 espone questa raccolta su 

una mensola del suo appartamento e la intitola museum of popular art, n.y.c.. Nel 1972, in 

occasione di documenta 5 a Kassel, Oldenburg elabora il concetto di un museo permanente

che definisce Mouse Museum. La pianta della struttura ricalca la forma dell’opera Geometric 

Mouse, in cui la testa di Topolino si fonde con i contorni di una classica cinepresa o un 

proiettore. All’interno sono esposti centinaia di oggetti senza una gerarchia né piedistalli. 

Attraverso libere associazioni, lo sguardo dello spettatore è guidato da un elemento all’altro, 

in un susseguirsi di analogie visive e suggestioni. La fascia luminosa delle teche si snoda

lungo le pareti come una pellicola cinematografica, dando vita a un ritratto dell’artista visto 

attraverso la lente della cultura consumistica.

Dopo la prima presentazione del 1972, il Mouse Museum assume la configurazione attuale in 

occasione della mostra al Museum of Contemporary Art di Chicago nel 1977. Tra il 2012 e il 

2014, il progetto è stato esposto in importanti istituzioni d’arte contemporanea negli Stati 

Uniti e in Europa come il Ludwig Museum di Köln, il Guggenheim Museum di Bilbao, il MoMA 

di New York e il Walker Art Centre di Minneapolis, oltre che al mumok nel 2018.

Alex Da Corte (Camden, New Jersey, 1980) ha realizzato il Mouse Museum (Van Gogh Ear)

nel 2022 in occasione della sua mostra antologica “Mr. Remember” al Louisiana Museum di

Humlebæk in Danimarca. Ispirata al lavoro di Oldenburg, Mouse Museum (Van Gogh Ear) è 

una rilettura in chiave ironica e macabra dell’installazione, nella quale viene simbolicamente 

tagliato l’orecchio sinistro del “topo”, alludendo al triste episodio della vita di Vincent van 

Gogh.

La struttura, sia all’interno sia all’esterno, è fedele per tecnica e disposizione all’opera 

originale di Oldenburg. Da Corte espone oggetti della sua collezione personale, tra i quali 

una bacchetta magica di Harry Potter, una borraccia di Bart Simpson, utensili da cucina, un 

bicchiere di plastica per il beer pong e un calco in schiuma del volto di Marcel Duchamp. 

Fondendo cultura popolare e storia dell’arte, l’installazione è concepita come una sorta di 

autoritratto che svela i desideri e i ricordi dell’artista.

Nelle sue opere, Da Corte esplora la vita contemporanea attraverso video, installazioni, 

dipinti e sculture. Con un’attenzione particolare al colore e alla forma, intreccia riferimenti 

alla cultura popolare e consumistica, alla storia dell’arte e al design moderno. Affrontando 

temi come l’identità, l’intimità e la sensibilità personale, il suo lavoro reimmagina ciò che è 

familiare in modi del tutto inaspettati. Da Corte riconosce in Claes Oldenburg una figura di 

riferimento fondamentale per la propria ricerca artistica, apprezzandone l’approccio 

anticonvenzionale nell’uso di icone popolari e inviolabili, come Topolino, e la capacità di 

manipolare e trasformare oggetti quotidiani per creare mitologie e auto-rappresentazioni. Un 

intervento video site-specific di Alex Da Corte intitolato Rubber Pencil Devil (2018) è stato 

presentato nel 2020 negli spazi di Prada Rong Zhai a Shanghai.








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