10 anni di Casa De RODIS a Domodossola
Nel cuore di Domodossola, definita “Borgo della cultura” per il suo caratteristico centro storico medievale costellato di piazze porticate, palazzi storici e viuzze caratteristiche, sorge in Piazza Mercato Casa De Rodis, spazio voluto e creato dalla famiglia Poscio per far vivere la sua collezione d’arte attraverso esposizioni ed eventi. Proprio i mesi autunnali, grazie al caratteristico fenomeno del foliage, sono i migliori per visitare l’alto Piemonte e la vicina Svizzera e fare una tappa nella cittadina ossolana e quindi visitare anche una mostra. Sì, perché Casa De Rodis compie 10 anni e, per celebrare questo importante anniversario, ospita fino all’11 gennaio 2026 la mostra a cura di Elena Pontiggia 10 anni a Casa De Rodis dedicata alla sua storia espositiva. Sono esposte 10 opere di 10 diversi artisti della Collezione Poscio e 3 di queste sono messe in dialogo con il progetto site-specific INTERSPAZIO - Dialoghi Sospesi tra Segno Forma e Memoria dell’artista contemporaneo Matteo Ufocinque Capobianco. Per l’occasione il 21 novembre Casa De Rodis ospiterà la performance di danza contemporanea 10 piccole stanze di Danila Massara. Un modo diverso di visitare e vivere il Museo che, proprio come una casa, si può immaginare formato da stanze, ognuna con una propria identità, specchio di chi le abita. A Casa De Rodis vivono le opere d’arte, il pubblico entrerà a contemplarle esplorando lo spazio attraverso il gesto danzato. Ci saranno due repliche, alle ore 18 e alle 19 al costo di 8 euro, con prenotazione obbligatoria fino a esaurimento posti scrivendo a mostre@collezioneposcio.it. |
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Danila Massara a Casa De Rodis, Ph Antonio Maniscalco |
Ma non finisce qui perché Domodossola il 13 e 14 dicembre ospita uno degli appuntamenti più amati della Val d’Ossola, i tradizionali Mercatini di Natale con le caratteristiche bancarelle dal tettuccio rosso disseminate per tutto il centro storico fino al grande albero di Natale che svetta su Piazza Mercato proprio di fronte a Casa De Rodis. Inoltre dal 16 novembre fino al termine della mostra, tutti coloro che arriveranno a Domodossola con la Ferrovia Vigezzina e presenteranno a Casa De Rodis il biglietto del treno turistico Locarno Domodossola a/r, avranno una riduzione del 20% sul contributo responsabile d’ingresso (4 € invece che 5 €).
La mostra Casa De Rodis è un palazzetto di origine medioevale, ristrutturato integralmente dalla famiglia Poscio con l’obiettivo di dare vita a un luogo dove esporre la propria collezione e metterla in dialogo con opere di altri Collezionisti e Musei, permettendo così a tutti di godere della bellezza dell’arte. Quest’anno celebra 10 anni di apertura durante i quali ha ospitato ben 12 mostre. La Collezione Poscio nasce dalla “appassionata incompetenza” di Alessandro Poscio e di sua moglie Paola che, nel corso di 50 anni, hanno raccolto opere di pittura, disegno e scultura di fine ‘800 e ‘900. Alessandro Poscio, giovane imprenditore, conosce il pittore ottantenne Carlo Fornara, legato alla corrente divisionista dei primi del ‘900, incontro che segna profondamente la vita del collezionista. Proprio dall’amicizia sempre più stretta con il “Maestro”, Poscio viene introdotto alla passione dei quadri, da cui nasce una raccolta di opere, ognuna testimonianza di una storia fatta di incontri, occasioni fortunate, rivelazioni e innamoramenti, fuori da ogni schema accademico. Dalle prime opere di Carlo Fornara, segue con naturalezza la scoperta dei Vigezzini coetanei di Fornara, come Rastellini, Ciolina e Peretti, e dei predecessori, ritrattisti emigranti di successo. Quindi è la volta dei pittori coevi, appartenenti a diversi movimenti artistici, divisionisti, macchiaioli, scapigliati, per non dimenticare la stupefatta scoperta del disegno e della scultura. Proprio per raccontare l’essenza di questa collezione che attraversa con disinvoltura epoche, linguaggi, stili diversi, Elena Pontiggia ha selezionato 10 opere di 10 diversi artisti che la compongono, spiegando: “Attraverso una sorta di carotaggio (le “carote” sono i campioni di roccia che si estraggono per compiere delle analisi) le dieci opere intendono dar conto non di tutta la collezione, cosa che sarebbe impossibile, ma dello sguardo che Alessandro e Paola Poscio hanno rivolto alle opere, scegliendole per un innamoramento che andava al di là di ogni tattica, di ogni strategia e, a maggior ragione, di ogni speculazione e di ogni pur legittimo calcolo economico”. E così si parte, ovviamente, da un paesaggio di Carlo Fornara, passando per un ritratto di Francesco Hayez e per le vedute di John Constable e Antonio Fontanesi. E poi Telemaco Signorini e Giuseppe De Nittis, fino ad arrivare a un disegno di Giovanni Boldini e un pastello di Federico Zandomeneghi e alle sculture in bronzo di Paolo Troubetzkoy e Francesco Messina. “Questo decimo anniversario è un traguardo significativo, soprattutto nel mondo volubile dell'arte e, più ancora, nel sistema dell’arte italiana, dove spesso le iniziative, anche quelle più approfondite, anche quelle mosse dalla più autentica convinzione, sono costrette per vari motivi ad arenarsi” - sottolinea Elena Pontiggia – “Quindi bisogna festeggiare questa data, dove la parola festa vuole avere un significato appunto festoso e affettuoso, non trionfalistico né tantomeno celebrativo”. L’esperienza viva e vitale di questi 10 anni di mostre è stata caratterizzata e intessuta di incontri, così è stato anche in quest’occasione con la collaborazione con l’artista Matteo Capobianco (Novara, 1981), in arte Ufocinque, che ha creato il progetto INTERSPAZIO - Dialoghi Sospesi tra Segno Forma e Memoria,mettendosi in dialogo appunto con tre opere di Collezione Poscio esposte in mostra. Il titolo INTERSPAZIO richiama lo spazio intermedio, di soglia, che si apre tra l’immagine e la sua percezione. Il progetto è composto da tre installazioni site-specific che si pongono come luogo di passaggio tra il visitatore e l’opera d’arte e ognuna è costruita in carta intagliata, dipinta o disegnata. Soglia è l’installazione che si pone in dialogo con l’opera Paesaggio a Morestel di Antonio Fontanesi, Ombra con la Ballerina di Paolo Troubetzkoy e Eco con il Ritratto di Madame Errazuriz di Giovanni Boldini. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Italgrafica. |









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