I macchiaioli, la grande mostra a Palazzo Reale in concomitanza con le Olimpiadi

 La mostra, che apre a Palazzo Reale il 3 febbraio 2026 vede come istituzione partner l’Istituto Matteucci di Viareggio, presenta oltre 90 opere provenienti dai più importanti musei italiani che custodiscono le opere dei Macchiaioli, come l’Accademia di Belle Arti e la Pinacoteca di Brera, le Gallerie degli Uffizi e Palazzo Pitti, il Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno, il Museo del Risorgimento e la Galleria di Arte Moderna di Milano, la Galleria Civica di Arte Moderna e Contemporanea di Torino, nonché da numerose collezioni private.

 

Il movimento dei Macchiaioli segna un periodo artistico di importanza fondamentale per la maturazione degli ideali fondanti del Risorgimento italiano e la costruzione dell’identità dell’Italia unita. Il loro progetto era la creazione di un linguaggio pittorico comune e condiviso, in cui si potesse riconoscere un paese che aspirava a realizzare, insieme a quella politica, un’unità culturale.

 

Pur mantenendo un dialogo con il passato, i Macchiaioli si unirono in una rivolta contro le tradizionali regole accademiche, iniziata attorno al 1848, e combatterono con passione per cambiare la società attraverso la loro arte, in un momento storico favorevole come fu quello dell’unificazione italiana. Silvestro Lega, Giovanni Fattori, Vincenzo Cabianca, Odoardo Borrani, Telemaco Signorini, Giuseppe Abbati e Raffaello Sernesi e molti altri: attraverso le loro opere più significative emergono lungo il percorso espositivo le singole personalità di questi giovani pittori.

Tuttavia, gli ideali risorgimentali non si realizzarono come sperato in quel momento storico e la ‘società nuova’ non nacque, perlomeno non subito. La battaglia dei Macchiaioli fu una magnifica illusionema la loro arte sopravvisse a questa temperie storica, ottenendo nei decenni successivi il meritato riconoscimento. Il progetto espositivo ci restituisce questa esperienza in un arco cronologico significativo che si apre con il 1848 e si chiude con il 1873, data della morte di Giuseppe Mazzini, esule e clandestino in patria. A quel punto i Macchiaioli, che avevano condiviso le idee politiche mazziniane, avevano ormai esaurito la loro carica rivoluzionaria. 

 

La mostra intende ricostruire le vicende del Movimento attraverso nove sezioni, in un percorso di grande respiro narrativo che racconta l’esperimento “nazionale”, o il progetto risorgimentale, dei Macchiaioli, pittori colti che si riconobbero tanto nelle idee di Mazzini quanto nelle istanze del Positivismo venute dalla Francia. In loro il culto della ragione si tradusse in quello del vero e sotto questa insegna combatterono con determinazione per ricollegare l’arte alla realtà, alla vita.

Accompagna la mostra il catalogo, edito da 24 ORE Cultura, con i saggi dei curatori Francesca Dini, Elisabetta Matteucci e Fernando Mazzocca.

 



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