Terry Monroe e il suo nuovo libro Cromococktail 99 ricette per una palette da bere
Torna sulle scene l’alchemica barlady milanese Terry Monroe e lo fa con lo stile che
meglio le si addice: istrionico, ammaliatore, quasi ipnotico.
Perché il libro che presenta non è un semplice ricettario di cocktail, ma rappresenta
l’universo che si cela dietro le quinte del suo stravagante bancone con pianoforte,
nello storico locale Opera 33, dove Terry crea i suoi cocktail tra ampolle, profumi,
aromi, fiori e frutti di ogni genere.
Un volume fotografico, impreziosito dagli scatti cristallini di Erik Hor, che è il risultato
di anni studio, ricerca e sperimentazione, nel quale Terry Monroe racconta alcuni
istanti della sua vita prima e dopo il fatidico incontro con lo shaker, spiegando il
rapporto con il colore e la sua predilezione per la “via delle tinte”.
Attraverso aneddoti e ricette, cocktail classici e rivisitazioni (perché il twist,
ricordiamolo, per lei è un ballo), svela al lettore, barman professionista così come
semplice appassionato, i segreti legati alle tecniche di preparazione di tinture,
essenze, estratti, puree e sciroppi, trasformando la miscelazione contemporanea in
un viaggio unico alla ricerca del colore.
Con un aspetto finale da chiarire, il punto forse più difficile e delicato: come si
trasforma un colore in un cocktail?
Allo studio di spezie e aromi, negli anni Terry Monroe ha sempre unito
un’approfondita conoscenza del mondo dei colori, conoscenza che oggi
ritroviamo nei suoi 99 cocktail. Vulcanica, instancabile, inossidabile, è anche
aromatière, ovvero tecnico esperto di aromi che si ritrovano nel suo arcobaleno.
“Dalle vetrine del mio locale, Opera 33, vedo correre i tram gialli e panna che,
sferragliando su via Farini, attraversano il ponte e si tuffano in città. Non so se la
colpa sia loro, ma ho sempre pensato che Milano fosse gialla: come la madonnina,
la metro che mi corre sotto i piedi, il cielo nelle notti di nebbia e le vecchie case di
ringhiera. Giallo Milano, come i suoi palazzi gialli. Ma soprattutto, come l’ingrediente
più caldo e prezioso della sua cucina: lo zafferano.
Quando voglio creare un cocktail che catturi la sua anima, parto proprio da quei
pistilli rossastri che, come la mia città, aprono il loro cuore soltanto a chi sa aspettare:
preparo un gin allo zafferano, lo unisco al vermouth dry ed ecco un Vesper Milano.
Ma Milano, naturalmente, è anche rossa come i suoi figli prediletti: il Campari e il
Negroni”. (dall’introduzione di Cromococktail)

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