Quarta edizione di ImpresaCultura a Bergamo
Tradizione e innovazione in dialogo
Nato dalla collaborazione tra PEO Comunicazione Culturale e d’Impresa e l’Associazione Culturale Art Maiora, ImpresaCultura conferma la propria natura di progetto audiovisivo capace di unire il mondo dell’arte a quello dell’impresa. L’edizione 2025 rappresenta la piena maturità di un percorso che non si limita a documentare, ma genera relazioni: un intreccio in cui la cultura si fa costruzione condivisa, dove ogni incontro accende nuove possibilità. Custodire la tradizionesignifica guardare al passato mantenendo viva la conoscenza e tramandarne la luce alle nuove generazioni.
Perché è stato scelto il nome ImpresaCultura? Il progetto nasce dall’incontro tra due universi che condividono la stessa visione: quello delle imprese economiche, che generano valore e innovazione, e quello delle imprese culturali e artistiche, che trasformano quel valore in identità e racconto. Attraverso la realizzazione di brevi audiovisivi, ImpresaCultura mette in dialogo artisti, artigiani, imprese e istituzioni, raccontando come la cultura e la creatività possano diventare strumenti di crescita collettiva e sviluppo locale. In questa sinergia, la Bergamascaritrova la propria voce più autentica: la capacità di fare rete, di riconoscersi nel proprio patrimonio e di rinnovarlo attraverso la collaborazione tra chi produce e chi crea. Quest’anno il tema“Tradizione e innovazione in dialogo” guida il racconto dei dieci video, ciascuno della durata di circa 4 minuti. Le storie mettono in luce la duplice identità della Bergamasca: da un lato quella che affonda le mani nella terra, nelle radici e nella memoria collettiva; dall’altro quella che si proietta verso l’immateriale, verso i linguaggi dell’innovazione.
L’Aula Picta del Museo Diocesano Adriano Bernareggi ha accolto la proiezione in anteprima dei filmati della quarta edizione. Dieci sguardi, dieci modi diversi di dipingere un territorio che continua a riconoscersi nella forza della sua dedizione e nella capacità di reinventarsi. I racconti, proiettatidavanti a un pubblico partecipe, hanno composto una sinfonia di voci, gesti e visioni: la narrazione di una collettività che, ancora una volta, sceglie la cultura come linguaggio condiviso tra memoria e futuro.
Nei volti e nelle testimonianze dei protagonisti si riconosce la trama di una comunità: la Cumpagnia del Fil de Fer che difende la lingua e il teatro dialettale come atto d’amore verso la memoria collettiva; le Taissine di Gorno, che riportano in vita latestimonianza delle donne di miniera, allegre nonostante la fatica, custodi di un canto che resiste al tempo; Valter Biella, che con le sue mani di artigiano fa rivivere antichi strumenti musicali, e con essi il senso stesso della tradizione tramandata oralmente dal mondo contadino; il Museo del
Burattino, che rinnova e valorizza la magia di un’arte arcaica, solo apparentemente lontana dalla contemporaneità.
Accanto a loro, le voci dell’innovazione esplorano nuovilinguaggi espressivi. Luca Rapis con One Thousand traduce la spettacolarità del teatro e della danza in esperienze immersive,dove la tecnologia accelera e amplifica l’emozione. Filippo Berta, con le sue performance, scava nei limiti dell’uomo e nelle tensioni del presente, mostrando come l’arte possa essere strumento di consapevolezza. Daniele Maffeis, docente del Politecnico delle Arti di Bergamo, sperimenta la creazione di mondi digitali autonomi, in cui il virtuale diventa lente per osservare il reale da prospettive inedite. Oltre i Limiti, con Simone Assi, trasforma la tecnologia in un mezzo di accessibilità e sensibilità, proponendo un’innovazione che nasce dall’empatia. E il laboratorio Tantemani con Davide Pansera ricorda che la creatività è anche inclusione: un luogo in cui il lavoro condiviso diventa motore di crescita e di relazione, e dove la parola “disabilità” si scioglie nel gesto del fare insieme.
Ogni video è diventato così il tassello di una narrazione che restituisce la forza silenziosa di una terra abituata alla cura, alla precisione, alla tenacia. L’arte racconta ciò che le parole faticano a dire: il legame invisibile che unisce generazioni, mestieri, sensibilità. È questo intreccio di saperi e di sguardi che rende il progetto capace di dare voce a una cultura che appartiene a tutticome motore identitario.
Sostenuto dal contributo e dalla fiducia di Automac Srl, BPER Banca, Confartigianato Imprese Bergamo, Planetel Spa, Prometti Srl e Sacbo Spa – Aeroporto BGY, il progetto è potuto crescere grazie a una filiera di imprese che condividono la stessa visione: quella della cultura come bene comune, generatrice di valore e coesione. Le imprese non sono semplici sostenitrici, ma interpreti di un racconto che le coinvolge pienamente, testimoniando come l’economia possa essere luogo di bellezza, e la bellezza, a sua volta, motore di sviluppo.
La proiezione inaugurale ha evidenziato la forza emotiva del progetto: un clima di partecipazione sincera, la sensazione di assistere a qualcosa che nasce dal territorio e che vi è indelebilmente legato. Durante la serata, la presentazione dei dieci video ha regalato un prezioso senso di appartenenza, e la loro divulgazione sulle piattaforme digitali ne garantirà la permanenza come racconto vivo e duraturo, pronto a emozionare e a coinvolgere ogni spettatore.
Va arricchendosi l’Iconoteca Culturale, un vero e proprio archivio digitale che raccoglie e conserva tutte le opere audiovisive realizzate nelle varie edizioni, rendendole accessibili a scuole, ricercatori, appassionati e cittadini, offrendo uno strumento versatile per conoscere, studiare e valorizzare il patrimonio culturale locale. I materiali possono essere utilizzati per attività educative, ricerche accademiche, promozione turistica, produzione di nuovi contenuti culturali e molto altro, contribuendo a diffondere e preservare le tradizioni e le eccellenze del territorio. Attualmente l’Iconoteca conta 40 filmati, ciascuno testimone di storie, mestieri e talenti unici.
Tra echi antichi e nuovi impulsi, Bergamo continua a raccontarsi: una città che sa guardare avanti senza smettere di ricordare, che innova senza rinnegare, che trova nella collaborazione la propria forza più
autentica. ImpresaCultura 2025 è un faro luminoso: un gesto d’amore collettivo, un invito a custodire la passione dellatradizione per costruire il futuro insieme.
LA DIVULGAZIONE
I film sono disponibili, a partire dall’11 novembre, sul sito web www.impresacultura.eu e sui canali social, sarannoanche veicolati dal portale turistico Visit Bergamo.
I 10 PROTAGONISTI




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