Settimana di Musica Sacra a Monreale (PA)
Si è inaugurata ieri sera, venerdì 10 ottobre 2025 nel Duomo di Monreale in provincia di Palermo (patrimonio dell’Umanità UNESCO e capolavoro assoluto dell’arte normanna), la 67ª Settimana Internazionale di Musica Sacra, organizzata dalla Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana con il sostegno dell’Assessorato del Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Siciliana. Davanti a un pubblico di oltre cinquecento persone, il concerto inaugurale ha confermato la vitalità di una manifestazione molto amata che da quasi settant’anni unisce arte, spiritualità e musica sotto le volte musive del Duomo normanno.
A salutare il pubblico e gli artisti, S.E. Mons. Gualtiero Isacchi, Arcivescovo di Monreale, che nell’intervento iniziale ha ricordato il valore spirituale e umano della musica: «La Settimana di Musica Sacra 2025 è, per noi e per il mondo intero, memoria di suoni e parole capaci di donare pace e vita buona. È la risposta al rumore delle bombe e all’aggressività delle parole violente che seminano dolore, lacrime e morte. La Musica Sacra tocchi i nostri cuori e ci renda promotori di pace e di armonia».
Accanto a lui, la Commissaria della FOSS Margherita Rizza, il Sindaco di Monreale Alberto Arcidiacono, il Presidente del Consiglio comunale Marco Intravaia, insieme a rappresentanti della Regione Siciliana, delle istituzioni religiose e delle autorità militari.
Il Duomo, rischiarato dai riflessi dorati dei mosaici, ha accolto la monumentale Schöpfung(La Creazione) di Franz Joseph Haydn, affidata alla direzione di Hansjörg Albrecht – autorevole interprete del repertorio sacro tedesco – alla guida del Carl Philipp Emanuel Bach Chor Hamburg e dell’Orchestra Sinfonica Siciliana, con le voci di Lenneke Ruiten, Patrick Grahl e Nahuel Di Pierro. Un’esecuzione di altissimo livello, accolta da applausi lunghi e calorosi, con il pubblico in piedi, emozionato per una serata tra le più belle e intense delle ultime edizioni.
«Siamo felici di inaugurare con questo apprezzamento la Settimana di Musica Sacra – ha dichiarato al termine la Commissaria Margherita Rizza – in questo luogo straordinario che ogni volta ci ricorda la necessità di rinnovare annualmente questa tradizione. La Settimana di Monreale è un percorso di fede e di cultura che la FOSS porta avanti con impegno e passione, insieme alla Regione Siciliana, all’Arcidiocesi e al Comune».
La serata ha aperto il ciclo 2025 dedicato al tema “Genesi”, primo capitolo del progetto triennale preparato da Giuseppe Cuccia (consulente per la programmazione artistica della FOSS) che prevede nel 2026 la Vita di Cristo e nel 2027 l’Apocalisse. Un progetto che mette in dialogo la dimensione biblica dei mosaici monrealesi con la potenza evocativa della musica sacra di ogni epoca, attraverso una scelta di capolavori che spaziano dal Settecento al Novecento e che coinvolgono artisti e istituzioni di livello internazionale.
Il programma musicale prosegue sino al 17 ottobre con altre cinque serate tutte a ingresso libero sino ad esaurimento dei posti disponibili (inizio alle ore 21).
Sabato 11 ottobre arriva la celebre formazione barocca Il Gardellino, diretta da Peter Van Heyghen per presentare in prima esecuzione in Italia l’oratorio Adamo ed Eva del compositore boemo Josef Mysliveček, su libretto di Giovanni Granelli. Un lavoro di raro ascolto, scritto a Firenze nel 1771, che racconta la creazione e la caduta dei progenitori in una scrittura limpida e teatrale, ammirata da Mozart stesso che lo descrisse «pieno di fuoco, spirito e vita». Solisti Rodrigo Carreto (Adamo), Rita Filipe (Eva), Roberta Mameli (Angelo della Giustizia) e Alison Lau (Angelo della Misericordia), quattro voci specializzate e celebri nel panorama musicale barocco internazionale.
Domenica 12 ottobre protagonista ancora una volta l’Orchestra Sinfonica Siciliana con il Carl Philipp Emanuel Bach Chor Hamburg, diretta da Hansjörg Albrecht, in un dittico che riunisce il Morgengesang am Schöpfungsfeste (“Canto mattutino alla festa della creazione”, 1783) di Carl Philipp Emanuel Bach, figlio di Johann Sebastian, e Die Tageszeiten (“Le ore del giorno”, 1757) di Georg Philipp Telemann, altra figura apicale del barocco tedesco e padrino di C.P.E. Due pagine luminose, in cui il sorgere del sole e il ritmo del tempo diventano metafora della Creazione e della Resurrezione.
Martedì 14 ottobre è il giorno dedicato all’esecuzione dell’Arca di Noè (“Noye’s Fludde”, 1958) di Benjamin Britten, opera scenica per voci di adulti e ragazzi, orchestra da camera e coro di voci bianche, tratta dagli English Miracle Plays, Moralities, and Interludes, testi di autore ignoto che, rivisti nel XV sec., furono pubblicati nel 1890 con questo titolo in un’edizione curata da Alfred W. Pollard. Lo spettacolo, diretto da Riccardo Scilipoti con la regia di Giovanni Mazzara, coinvolge il Coro di voci bianche della FOSS, il Coro polifonico “Pietro Vinci” di Palermo diretto da Pia Tramontana, l’Ensemble strumentale degli Allievi del Conservatorio “Alessandro Scarlatti” di Palermo e dell’Orchestra Sinfonica Siciliana in collaborazione con l’Associazione Museo Sociale Danisinni, per un progetto che unisce arte, educazione e inclusione in un grande racconto collettivo. Lo spettacolo è ideato da Giovanni Mazzara che ha curato la drammaturgia e la regia, insieme a Gigi Borruso autore del nuovo testo e voce recitante e a Valentina Console autrice delle scene e dei costumi. «Il titolo originale di questa composizione è Noye’s Fludde, il “Diluvio di Noè” – sottolinea Giovanni Mazzara – Mai titolo fu più aderente alla realtà quotidiana che vede l’intero nostro pianeta soggiacere al cambiamento climatico. Noi tutti siamo testimoni dei disastri che quotidianamente viviamo: corsi d’acqua alimentati da piogge torrenziali straripano con violenza ed inondano strade, città, case e terreni. Persone, auto ed animali vengono trascinati dalla forza della natura e spariscono tra i flutti. […] Nella nostra messinscena Noè è un giovane padre di famiglia, un marinaio ma soprattutto un volontario della Protezione Civile incaricato dal suo capo supremo, Dio (la voce recitante) di mettere in salvo il genere umano ed animale. […] Nucleo centrale dell’intera opera sono i giovani cantori utilizzati sia come solisti che per gli interventi corali. Giocando e cantando costruiscono l’arca e insieme a Noè portano in salvo sé stessi e gli animali. Ma il loro compito non è ancora terminato. C’è ancora una urgenza di drammatica attualità: la pace nel mondo. Saranno i ragazzi definiti dal Papa “ Pellegrini di Speranza” con le loro giovani voci, e il loro impegno a sognare e lavorare per una pace giusta e duratura».
Mercoledì 15 ottobre la Settimana Internazionale di Musica Sacra di Monreale celebra i 300 anni dalla morte di Alessandro Scarlatti con l’oratorio Agar et Ismaele esiliati (1683), su testo di Giuseppe Domenico De Todis, capolavoro giovanile del compositore palermitano, eseguito in città nel 1691 con il titolo L’Abramo. Questa ripresa in epoca contemporanea si realizza in collaborazione con il Conservatorio “Alessandro Scarlatti” di Palermo e sarà diretta da Ignazio Maria Schifani alla guida dell’Ensemble di Musica Antica del Conservatorio, con Carlotta Colombo (Sara), Silvia Frigato (Ismaele), Chiara Brunello (Agar), Ugo Guagliardo (Abramo) e Martina Licari (Angelo) solisti vocali. Un raro gioiello del barocco italiano che intreccia le radici bibliche della Genesi al linguaggio drammatico del teatro sacro. Esponente di spicco della scuola musicale napoletana, Alessandro Scarlatti fu uno dei maggiori compositori d’opera tra la fine del Seicento e i primi 25 anni del Settecento. Dopo una prima formazione musicale, avvenuta a Palermo, Scarlatti, nel 1672, all’età di 12 anni, si trasferì a Roma. Probabilmente nel 1683, quando era ancora al servizio della regina Cristina di Svezia in esilio a Roma e poco prima di trasferirsi a Napoli, Scarlatti compose questo oratorio il cui argomento devira dai capitoli 16 e 21 della Genesi e riguarda la paternità di Abramo.
Venerdì 17 ottobre concerto di chiusura con un’altra rarità: la prima esecuzione in Italia dell’oratorio biblico in tre parti La Terre promise di Jules Massenet, diretto dal palermitano Andrea Licata con l’Orchestra Sinfonica Siciliana, il Chœur Philharmonique de Nice diretto da Giulio Magnanini; solisti sono il baritono Laurent Naouri – già interprete di una edizione al Festival Massenet di Saint Etienne, il soprano Chloé Chaume e il tenore Thomas Bettinger. L’esecuzione di questo grande affresco sinfonico-corale che rilegge la promessa di Dio a Mosè come simbolo di fede e speranza, nel segno della rinascita e della luce, avviene in collaborazione con il Palazzetto Bru Zane di Venezia – Centre de musique romantique française, la più importante istituzione che promuove appunto questo repertorio. Dopo circa vent’anni da La Vierge (1880) Massenet ritornò a comporre un oratorio, La terre promise in tre parti su libretto che egli stesso trasse dalla Vulgata nella versione francese di Silvestre de Sacy e che fu eseguito il 15 marzo 1900 nella chiesa di Saint-Eustache diretto da Eugène d’Harcourt. Sulla decisione, da parte di Massenet, di ritornare al genere oratoriale sono state avanzate alcune ipotesi. Secondo Louis Schneider, uno dei primi biografi del compositore, la motivazione di tale scelta andrebbe ricercata nel desiderio del compositore di emulare i grandi oratori di Händel, mentre, secondo altri studiosi, nella moda diffusasi tra la fine degli anni Ottanta e gli inizi degli anni Novanta dell’Ottocento, di opere di contenuto religioso. Il testo è appunto tratto dalla Bibbia e principalmente dai versetti del Deuteronomio e dal Libro di Giosuè senza alcuna aggiunta da parte del compositore che si limitò a spostare i versetti da una parte all’altra o sopprimerne alcuni. Alla stesura della partitura vi lavorò probabilmente dal 1897 al 17 agosto 1899 durante i suoi soggiorni a Aix-les-Bains, Pourville ed Égreville.
La Settimana Internazionale di Musica Sacra di Monreale nacque alla fine degli anni Cinquanta per volontà dell’Assessorato regionale al Turismo, con l’intento di valorizzare il Duomo come luogo privilegiato di ascolto e di raccoglimento. Nel tempo si è consolidata come una delle rassegne più longeve e autorevoli del genere, con ospiti quali Karl Richter, Hermann Scherchen, Riccardo Muti, Claudio Abbado, Zubin Mehta e tanti altri interpreti di fama internazionale. Ogni edizione rappresenta un incontro tra la maestosità dell’architettura e la potenza della musica: nel silenzio sospeso delle navate, i grandi oratori sacri e le pagine sinfonico-corali più amate acquistano una dimensione mistica.
Commenti
Posta un commento